Il 3 settembre

By proruscio

 

Accanto alle tradizionali date del 25 dicembre, 25 aprile, 1° maggio e 15 agosto, nell’ambito della corposa comunità di bambini in azione nelle estati rusciare degli anni Settanta, ne figurava un’altra non meno importante, proprio tra la festa dell’Addolorata e quella di Santa Maria: il 3 settembre.
Ormai forse i più non lo ricordano ma quello era e resta il giorno del compleanno di Sabina.
All’epoca nella prima decade di settembre l’intensità mondana in Ruscio, decollante nei primi di luglio, si manteneva al top. L’afflusso medio alla festa di mia sorella era di circa 40 bambini, ossia buona parte dei molti nati negli anni Sessanta.
La location nei primi anni era nella “Piazza di Sotto”, dalla quale si aveva accesso alla grande casa di mio nonno Biagio Peroni, quella in cui all’epoca dimorava nonna Orsolina ed il resto della mia famiglia.
Quando mio padre Guerino trasformò in casa l’ex stalla di suo nonno Giovannetti, detto “Cazziente, Sabina passò ad essere festeggiata nel relativo prato.
 
Arrivati a metà degli anni Settanta, quei compleanni vennero pure a rappresentare le nostre prime feste da ballo. Benché noi bambini rimanevamo ancora pienamente impegnati in partite di calcio nel Prato dei Peroni e al Campetto, corse in bici, capanne sulle sarce del Lungovorga, gare con archi e frecce, ricerche di more, bruncoli, visciole o melette, battaglie a soldatini, modellazione di caciotte in creta locale o genocidi di girini, si affacciava il tempo per considerare non disdicevole cominciare a prestare un po’ di attenzione anche alle bambine.

 


 

Da sinistra, seduti: Pietro Vannozzi di Mariarita Salamandra, “Nik” o “Nok” (Maurizio o Alberto Vannozzi di Giovanni), Laura Perelli di Guerino, Carlotta Peroni di Paolo (in piedi con il dito in bocca), Sabina Perelli di Guerino, Maurizio Peroni di Paolo, Attilio Allegretti di Maria Cicchetti, Stefano e Guerino Paolantoni di Antonia Agabiti, “Nok” o “Nik”.

In piedi: Claudia Vannozzi di Vincenzo, Annarella Piermarini di Vera Belli, Silvia Vannozzi di Mariarita Salamandra, Riccardo Alfonsi di Renato di Ida Bernabei, Annarita Vannozzi di Renato (dietro Riccardo), Marco Nassi di Serafina Peroni (“Bonimba”), Corrado Peroni di Paolo, Brigida Perelli di Mario, Ignazio Arrigoni di Antonio, “Tonino” Peroni di Giovanni, Gianfranco Peroni di Carlo, Marco Perelli di Guerino, Andrea Salamandra di Raffaele (più dietro), Alberto Perelli di Osvaldo, Fabrizio Franco di Angelina Peroni (“Columbia”), Pio Angelini di Mirella Perelli, Josè Di Pasquale di “Lilli”.
Le tre più alte dietro sono Daniela Di Pasquale di Lilli (fuori quota), Patrizia Vannozzi di Vincenzo e “Lilli”.
(archivio Marco Perelli)

 


 

A me piaceva una misteriosa bionda, più o meno undicenne, che ero solito veder  scendere dal Colle sul sedile posteriore di una vuota e grande automobile blu con autista. Si riuscì a farla venire ad uno di quei “3 settembre”. Avevo intenzione di invitarla per il primo lento ma, giusto il tempo di scegliere il 45 giri da inserire nel mangiadischi, la bella e misteriosa bionda si era già fidanzata. Con Corrado.

Cofanetto Sperlari proveniente da uno di quei “3 settembre”.
(foto M.P)

Lo svantaggio principale di festeggiare il proprio compleanno nell’altopiano di Ruscio nei settembre degli anni ’60 e ’70 consisteva nel fatto che gli invitati non sapevano proprio cosa inventarsi per individuare un giocattolo o un qualsiasi altro dono adatto ad una bambina. A chiunque entrava negli unici esercizi commerciali in loco (l’alimentari di Battista, nel vicoletto tra osteria e garage Carassai, e l’inossidabile Bar-trattoria di Giggetto) veniva in mente inevitabilmente la stessa cosa: una scatola di cioccolatini o un cofanetto Sperlari.

Un 3 settembre nella Piazza di Sotto con prevalenza di “Pierpaolanti”.
(arch. Marco Perelli)

 

Sabina finiva sommersa di cioccolatini e cofanetti Sperlari. La reclame diceva: “Glielo incarto? Un cofanetto Sperlari non s’incarta mai!”. In quegli anni l’Italia era piena di questi cofanetti ma ora è da molto che la ditta non ne produce più.
Con la progressiva riduzione della permanenza estiva media in Ruscio da parte dei rusciari di Roma, il 3 settembre, già all’arrivo degli anni ’80, venne a trovarsi “fuori estate”, troppo in là per spingere i più tra gli ex bambini degli anni ’70, ormai ventenni, a trattenersi nel villaggio.

Fu così che anche quei compleanni di Sabina in Ruscio andarono a mettersi tra i ricordi  

Questo articolo non è altro in fondo che un pretesto per proporre due foto di gruppo in cui molti odierni cinquantenni  (più che quarantenni) potranno riconoscersi ma in verità è uscito fuori in questa estate del 2014 anche un po’ perché contavo che dal 3 settembre 1964 …