Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, la lettera di Franco Napoleone Bernabei che ha voluto rispondere alla “lettera aperta a tutti i soci” che ho scritto e pubblicato sul precedente numero della Barrozza.
Premetto subito che non c’è nessun desiderio di riaccendere una polemica sull’argomento anche perché, da persone civili quali entrambi ci riteniamo di essere, la cosa è stata risolta in un sereno e proficuo colloquio tra di noi.
Ci auguriamo che a partire dalla prossima primavera il problema del taglio dell’erba, come promesso, non costituisca più un problema grazie all’opera di qualche residente volenteroso.
Pubblichiamo, di seguito, la lettera per rispondere ad un sano principio d’informazione e ad un democratico confronto di idee.
In qualità di socio della Pro Ruscio, dopo aver letto la lettera aperta ai soci pubblicata nel secondo numero dell’anno in corso de “la Barrozza” a firma del Presidente onorario della suddetta associazione, ho ritenuto opportuno rispondere alla stessa per chiarire alcune questioni rappresentate.
Non ho infatti alcun problema o timore a rivelare e dichiarare di essere uno di quei soci che “ si sono lamentati del fatto che, per il taglio dell’erba del campetto di calcio ci si sia avvalsi dell’opera di alcune pecore” nel periodo primaverile.
Pecore al Campetto
A parte l’utilizzo improprio dell’aggettivo “alcune” ( il Presidente avrebbe dovuto parlare di molte pecore considerato il numero varabile di 150-200 animali condotti nel luogo citato), tengo a precisare che, in mancanza dei “soliti volontari” presenti nel periodo estivo, ho più volte lamentato e disapprovato l’utilizzo di pecore per sopperire alla mancanza di questo servizio per quanto riguarda i mesi primaverili.
Questa scelta non mi sembra infatti adeguata poiché questi animali non solo lasciano sul terreno i loro escrementi rendendolo comunque inutilizzabile ed impraticabile, ma danneggiano (e questo è un particolare trascurato o rimasto volutamente nella penna del Presidente onorario) in modo irreparabile anche il Parco del fiume Corno.
Nell’articolo dedicato al Parco e pubblicato insieme alla lettera in questione, si parla anche di alberi e cespugli nuovi “in sostituzione di alcune piante purtroppo morte” ed io continuerei dicendo”danneggiate a causa della presenza di centinaia di pecore utilizzate per la pulizia dei luoghi sopra detti”.
Ai”frequentatori” del Parco non solo suggerirei di rispettare l’ambiente e contribuire così al miglioramento e mantenimento di questa meravigliosa attrattiva, ma anche di ponderare bene le scelte che, se inopportune, arrecano solo disagi e danni alla collettività (e non parlo solo del problema degli escrementi che non consentono ai nostri ragazzi di giocare sul campetto nel periodo primaverile!).
Tuttavia colgo l’occasione per ringraziare quanti collaborano e dedicano parte del loro tempo libero alle attività ricreative che si svolgono durante l’anno nel nostro paese.
A riprova di quanto affermato e chiarito provvederò a far pubblicare, se ciò mi sarà consentito nel prossimo numero del notiziario “la barrozza”, foto relative alla vicenda.
(Firmato) Franco Napoleone Bernabei