Il movimento eremitico in Valnerina

By proruscio

Una finestra sulla Valnerina
Continua la nostra rubrica che intende divulgare i luoghi, la storia e la cultura della nostra terra.

IL MOVIMENTO EREMITICO IN VALNERINA
tratto da "VALNERINA, AGENDA 2000", Ed. HELICON.

Il territorio della Valnerina è popolato da numerosi eremi dislocati in amene località, distanti dai centri abitati, ma quasi sempre uniti a luoghi di culto che vengono frequentati anche attualmente. Da un inventario sommario che si sta conducendo, se ne è arrivati a censire almeno un centinaio. Il movimento eremitico ebbe origine in Egitto, sull’ esempio dei profeti dell’Antico Testamento, di S. Giovanni Battista e di Gesù stesso che per pregare si ritirava nel deserto; primi eremiti furono San Paolo di Tebe o Protoeremita, S. Antonio e S. Pacomio. Nella nostra zona il movimento eremitico entrò a seguito di una emigrazione di religiosi dalla Siria, i quali dovettero scappare dalla loro patria a causa di lotte interne.

Per cui, come ci riferiscono le cronache dei primi secoli di questo millennio, trecento compagni, al seguito di Lorenzo l’Illuminatore, divenuto poi vescovo di Spoleto e Santo, si partirono da Laodicea di Siria e vennero in Italia. Dopo essere stati a Roma dal Papa, dal quale ebbero conferma del loro credo e approvazione della loro condotta di vita, risalirono la Via Flaminia e si istallarono in Valnerina e sul Monteluco di Spoleto. Sul Monteluco, un luogo sacro fin dall’antichità, si fermarono S. Isacco ed alcuni suoi compagni che andarono ad abitare le grotte naturali che si trovavano sul posto, dando origine ad una serie di eremi oggi trasformati per la maggior parte in ville.

Due di questi compagni, Giovanni e Lazzaro, si fermarono presso la Val Supponga, nei pressi di Ferentillo, dove, secoli dopo, sarebbe sorta  l’ Abbazia benedettina di S. Pietro in Valle. Altri due, Mauro e il figlio Felice, andarono poco più avanti e si fermarono presso un’ansa del Nera, bonificando le terre e santificandole con la loro vita; sul luogo sarebbe poi sorta la chiesa romanica di S. Felice di Narco. Altri ancora Eutizio, Spes e Fiorenzo, si spinsero fino in Val Castoriana dando origine all’Abbazia di S. Eutizio ed alla serie di eremi ad essa collegati.

Gli altri si sparsero per tutta la vallata e gli altipiani circostanti dove trovarono una grotta naturale ed una sorgente di acqua, due elementi indispensabili per la loro sopravvivenza. S. Benedetto, nato a Norcia nel 480 ed ivi vissuto nella sua giovinezza, entrò quasi sicuramente in contatto con questi asceti ed al loro modo di vita si ispirò quando, lasciata la scuola romana, si ritirò a fare l’eremita presso lo speco di Subiaco. Solo successivamente ebbe l’ispirazione di riunire più eremi insieme, formando un cenobio coniugando la spiritualità orientale con la laboriosità occidentale, che si tradusse nella regola Ora et Labora. Il movimento eremitico in Valnerina, con queste nobili origini, non si è esaurito nel corso dei secoli, ma si è protratto fino ai giorni nostri e due degli eremi risultano attualmente abitati da eremiti che di recente sono tornati a farli rivivere e a santificarli con la loro preghiera; si tratta degli eremi della Madonna della Croce e di S. Fiorenzo, abitati da Padre Francesco e da Fra Taddeo.

L’eremo e chiesa della Madonna della Croce, detti anche di Valtoscia o Valle Toscia, sorgono sul confine dei comuni di Norcia e Preci, lungo la strada di Acquaro, uno dei quattro comuni che formano la Guaita di S. Eutizio. Essi erano già esistenti nel sec. XIV, in quanto sono nominati nel codice "Pelosius" del 1393, come dipendenti dall’ Abbazia di S. Eutizio, ed alcuni tratti delle murature, benché più volte rimaneggiate, ne testimoniano questa antica origine.

Il culto popolare in questo luogo è rivolto ad una statua lignea della Madonna col Bambino. Che regge con la mano una croce, per cui è detta Madonna della Croce, risalente al sec. XV festeggiata nella prima domenica di settembre. L’altro eremo è stato fondato proprio dai monaci siriani,che nel V secolo sono venuti in Valnerina ed è dedicato a San. Fiorenzo, uno di quegli eremiti siriani che qui ha vissuto gran parte della sua vita.

Fiorenzo era uno dei compagni di S. Eutizio e S. Spes, ma mentre gli altri si sono dedicati ad evangelizzare la valle e a fondare cenobi, lui è rimasto sempre a fare la vita eremitica in mezzo ai monti. Della sua vita si raccontano diversi prodigi, come quando fu visitato da un chierico romano, che trovò la strada per salire piena di vipere e chiese l’aiuto a S. Fiorenzo: questi chiamò le aquile, che subito uccisero e mangiarono tutti i rettili che erano sulla strada. S. Fiorenzo, poi, aveva alcune pecore, che gli prendevano troppo tempo, tempo che invece lui voleva dedicare alla preghiera: allora addomesticò un orso per fare da guardia alle pecore e così poteva pregare di più.

Alcuni suoi compagni però erano invidiosi e gli uccisero l’orso, con grande dispiacere di Fiorenzo che per questo motivo lasciò questi monti e si reco presso il vescovo di Foligno, dove poi è morto. S. Fiorenzo viene festeggiato il 28 maggio di ogni anno e per tale ricorrenza gli abitanti dei paesi vicini si recano in pellegrinaggio presso questo santuario, raggiungibile soltanto a piedi.