Ci piace pensare che il maestro panettiere Angelo Colapicchioni abbia ideato il suo pangiall’oro proprio a Ruscio, durante una delle sue instancabili passeggiate per il nostro paese, insieme alla moglie Fausta, oppure davanti al caminetto acceso in una fredda serata invernale.
Comunque a Ruscio.
Certamente, l’attaccamento al paese d’origine di Angelo non si discute; basti pensare al fatto che abbia fatto restaurare a sua cura (informazione riservatissima, estorta, davvero, al nostro) le due tele presenti nelle “cappelline” laterali della Chiesa della Madonna Addolorata. Si tratta, secondo l’accurata relazione tecnica relativa ai lavori di restauro eseguiti, di dipinti risalenti al XVIII secolo e comunque di buona fattura tecnica e pittorica.
Ma non di questo vogliamo scrivere, parliamo dell’ormai famosissimo “Pangiall’oro”, variazione preziosa sul tema del dolce tipico romano pangiallo, gustato in molte occasioni dalla gente che conta. Per primo, naturalmente, il Santo Padre Giovanni Paolo II, poi il presidente Berlusconi e altri personaggi della politica e della cultura, anche in occasione di apertura di importanti mostre.
Questo dolce di fattura segreta, di gusto indescrivibile, al pari delle grandi invenzioni dell’intelletto umano, e’ stato giustamente brevettato in tutta Europa, Giappone, Usa, Russia e Cina. Ma, ne siamo certi, ben presto i tentativi di imitazione saranno tantissimi, con scarsi risultati. Ovviamente!
Un plauso all’ingegno “rusciaro”, e i migliori auguri di buona fortuna al “Pangiall’oro”!!!