Il senso di una partecipazione

By proruscio

Tempo fa parlando con un mio amico di vecchia data, mi chiese come avrei passata l’ultima domenica di “Carnevale”; gli risposi che avrei partecipato alla tradizionale “Festa di Carnevale” che viene organizzata ogni anno dalla Pro-loco di Ruscio di Monteleone di Spoleto, d cui sono socio. Al che, il mio amico con tono interrogativo mi disse: Tu sei nato a Roma, i tuoi genitori erano di Borbona, dove hai una seconda casa, abiti a Roma, che cosa c’entri con questa Pro-loco di Ruscio? 

Il nostro Bruno Pasqualucci

Questa domanda se la sarà posta anche qualche socio quando scorrendo l’elenco degli iscritti in occasione di elezioni o per altri motivi, avrà incrociato il mio nominativo che non rientrava nella cerchia dei cognomi del paese. Eppure la mia frequentazione alle manifestazioni della Pro-loco risale a quasi quarant’anni fa, e a vent’anni circa la mia iscrizione a socio.
E perciò, anche se non potrà interessare a nessuno, vorrei raccontare come si è sviluppato il mio legame con Ruscio. Dovrò partire da lontano, dal 1962, anno di acquisto della mia prima automobile (usata), da allora ogni estate durante le ferie passate a Borbona, era di prammatica accompagnare mia madre al Santuario di S. Rita da Cascia di cui eravamo molto devoti. Durante il tragitto lungo la S.S. 471 ( che attraversa tutta Borbona), appena superate le ville di Leonessa, hanno sempre attirato la mia curiosità quel gruppetto di case (allora), circondate da magnifici prati verdi, che sembravano prostrate ai piedi della soprastante superba Monteleone. E poi quel nome enigmatico: Ruscio! Ma la svolta, per così dire, si è verificata nel 1965, quando sono stato trasferito in altro ufficio aziendale ove ho allacciato una sincera amicizia, che dura tutt’ora vieppiù consolidata, con un collega del nuovo ufficio, che spesso mi parlava del suo paese natale, fino al punto che un giorno gli chiesi come si chiamava questo paese, e lui mi rispose: “Ruscio di Monteleone di Spoleto”. Guarda la coincidenza!
Il mio amico collega era Guerino Perelli, a cui raccontai il mio interesse per quel gruppo di case ogni volta che transitavo nei pressi, e lui dopo pochi giorni mi invitò ad accompagnarlo a Ruscio dove doveva sbrigare alcune faccende. Accettai volentieri. Arrivati a Ruscio, sulla piazzetta davanti alla Chiesa, la prima persona che incontrammo fu don Sestilio a cui Guerino mi presentò. Simpatica, classica figura di prete di paese, col suo baschetto sulle ‘ventitrè’, il quale parlando con Guerino gli raccontò quello che era avvenuto nel paese negli ultimi tempi. La sera lo ritrovammo all’osteria di Battista, seduto ad un tavolo a giocare a briscola in quattro, con a portata di mano un buon bicchiere di vino rosso. Pittoresco!

Avevo riscoperto il caratteristico ambiente di paese montano, lontano dalle grandi vie di comunicazione, con tutte le sue sfaccettature.

Dopo questa visita ne seguirono numerose altre, sempre con Guerino, e ogni volta riprovavo le stesse sensazioni di quando, ragazzo, i miei genitori mi portavano a Borbona. In seguito, su invito di Guerino, incominciai, insieme a mia moglie, a partecipare alle iniziative della Pro-loco, sia di carattere ricreativo che culturali; nonché a viaggi turistici sia in Italia che all’estero.
Durante questo lungo periodo si sono avvicendati alla guida della Pro-loco tre presidenti (tralascio i titoli accademici): Mario Lotti, presidente co-fondatore; Renato Peroni, presidente carismatico; Vittorio Ottaviani, presidente appassionato. Ho sempre constatato in essi, come del resto in tutti i soci, un grande attaccamento verso il paese natale che cercavano sempre di valorizzare al meglio attraverso le numerose attività promozionali della Pro-loco, dedicando ad esse la massima disponibilità di tempo pur svolgendo gravosi impegni professionali. E questo fervore organizzativo era ripagato dalla larga ed entusiastica partecipazione dei compaesani, anche se, come avviene nelle migliori famiglie, può darsi che qualche critica sia stata anche avanzata da parte di qualche socio, ma quando ciò viene fatto a scopo costruttivo ben vengano anche le critiche.

Fra le tante iniziative voglio citarne particolarmente due: la prima, penso unica nel suo genere e fiore all’occhiello della Pro-loco, le ‘Rusciadi’, con i tanti pargoletti (istruiti ed allenati da pazienti e validi assistenti), che fieri della loro divisa di atleti si cimentano sul ‘Campetto’ con cipiglio ed impegno commoventi; la seconda, la pubblicazione della ‘Barrozza’ (che ringrazio per l’ospitalità che mi concede) la quale è il miglior mezzo di collegamento con i soci, anche con quelli residenti oltre frontiera, ove vengono illustrati periodicamente i programmi e le realizzazioni associative, oltre che con la pubblicazione di interessanti articoli rievocativi di fatti, personaggi e avvenimenti che hanno caratterizzato la lunga storia e la vita del paese, con contorno di suggestive foto d’epoca.

Debbo rimarcare, inoltre, la compostezza e il livello di educazione e di ospitalità di tutte le persone che io e mia moglie abbiamo conosciuto nelle tante occasioni e con alcune famiglie sono nati vincoli di amicizia e stima di cui siamo onorati.

Non posso esimermi dal fare i più vivi complimenti a tutti i componenti dei consigli direttivi che hanno collaborato con i vari presidenti e alla redazione della Barrozza per aver realizzato, nel migliore dei modi, i fini e gli scopi per cui le Pro-loco sono state istituite e, permettetemi, senza togliere meriti agli altri, di esprimere un particolare apprezzamento a Pier Paolo Vannozzi e alla sua signora Simona, per la gentilezza, l’accuratezza e completezza delle informazioni prestateci durante le visite culturali, così come un particolare elogio all’amico Guerino (e al supporto Lilly) per l’organizzazione delle varie gite, feste e viaggi della Pro-loco.
Ed è per tutti questi validi motivi che io, socio anomalo, ho aderito e seguiterò a partecipare alle attività della Pro-loco, ringraziandola per i sani momenti di amicizia, di cultura e di divertimento di cui abbiamo usufruito io e mia moglie con l’auspicio di viverne ancora tanti altri.

P.S. Dedico questo mio scritto alla memoria di Osvaldo Perelli, amico carissimo nonché ex-collega, la cui tragica dipartita mi ha profondamente rattristato.
Ciao Osvaldo!