Sul monte Terminillo finiva il sogno di Marcella Mariani, Miss Italia 1953
Sono diversi anni che non capita più di vedere volteggiare sui tetti di Ruscio qualche aliante che partito da Rieti era trasportato dal vento fino alle nostre montagne.
Allora, mi ricordo, si correva affascinati e curiosi per vedere da vicino quello strano velivolo che, silenzioso, atterrava sulla Piana di Ruscio.
Ben più tragico epilogo ebbe sulle nostre montagne il volo del quadrimotore Douglas D.C. 6 della SABENA, società belga, che la notte del 12 febbraio 1955 si schiantò sul Terminillo a quota 1600 m, nel versante settentrionale del monte, prossimo alla località Sassetelli.
Provienente da Bruxelles e diretto a Leopoldville con scalo a Roma Ciampino, l’aereo aveva a bordo 14 passeggeri belgi, 4 americani, 3 francesi e 1 italiano (tra loro pure 3 bambini) più 7 membri di equipaggio.
Sono da poco passate le 20, quando dall’aereo comunicano alla torre di controllo l’impossibilità di mettersi in contatto con il radiofaro di Viterbo. Purtroppo l’aereo è già ampiamente fuori rotta.
A causa di un forte vento laterale che i rapporti meteorologici non avevano previsto, infatti, dopo il passaggio sopra Firenze l’aereo aveva deviato dalla rotta senza che l’equipaggio se ne accorgesse.I piloti quindi erano convinti di trovarsi sopra la città di Viterbo ed effettuarono la procedura prevista per l’atterraggio a Ciampino, che prevedeva la discesa a 5.500 piedi subito dopo essere passati sopra al radiofaro di Viterbo.
Passano pochi minuti e dal D C 6 più nessun segnale.
La notizia, sin dal giorno successivo, entra nelle prime pagine dei quotidiani nazionali, con qualche eco su quelli stranieri. Anche perché il passeggero italiano è una donna, una attrice, giovane e promettente.
Si chiama Marcella Mariani, romana, eletta Miss Italia nel 1953. Ha avuto già una parte importante nel film “Senso”, diretto da Luchino Visconti, accanto ad Alida Valli. Dunque, è una promessa del nostro cinema, fidanzata con un altro noto attore dell’epoca, Ennio Girolami. Sta tornando a Roma da Bruxelles, dove ha rappresentato l’Italia ad una rassegna cinematografica.
L’aereo risulta quindi disperso, si muovono pattuglie di Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, reparti dell’Esercito. I mezzi aerei sorvolano l’Alto Lazio, nell’area compresa tra Tarquinia, Viterbo, Ronciglione, Capranica, Sutri. Fra l’Argentario e Civitavecchia operano unità della Marina.
Le forze in campo sono imponenti, ma, passano le ore, e l’aeroplano non si trova.
L’area su cui si concentrano le ricerche è molto vasta ed infatti ci vollero ben 9 giorni di ricerche per ritrovare i resti del velivolo. Il 22 febbraio, infatti, gli organi di stampa dopo aver diffuso diverse notizie di ritrovamento dei resti dell’aereo poi rivelatesi non veritiere, diffondono, l’ultima notizia.
Questa volta è quella giusta : “I rottami del D C 6 sono tra le nevi del Terminillo”. L’affannosa ricerca è finita.
Lo afferma il radiomessaggio lanciato il 21 febbraio da un G 212 in perlustrazione. L’impatto con la montagna ha pressoché disintegrato l’aereo. Nel messaggio si aggiunge : “Sono visibili i piani di coda e un’ala spezzata”.
E proprio la coda spezzata èstata presa come simbolo per ricordare le vittime di questa tragedia. E’ infatti visibile oggi su un cippo commemorativo con i nomi delle 29 vittime posto sul luogo dello schianto.