La prima cosa che colpisce una persona che si trovi a passare nelle nostre valli è certamente il fascino della natura incontaminata e semi deserta. Questo può essere d’invito a trascorrere una villeggiatura a Ruscio. Ma per noi che ci veniamo da una vita, dopo la natura e la bellezza dei luoghi in realtà cosa c’è?
Non credo che continuiamo a rimanere sorpresi dalla natura, in Italia non le bellezze non mancano, basta pensare alla Val d’Aosta, alle Dolomiti o al vicino Parco Nazionale d’Abruzzo. Piuttosto è la singolare vita sociale del paese che ci richiama, oltre ovviamente agli affetti.
Trascorriamo quasi tutto l’anno gomito a gomito con vicini di casa che non conosciamo e spesso neppure ci scappa un saluto. Prendiamo autobus e mezzi pubblici affollatissimi ma non conosciamo nessuno, frequentiamo uffici e luoghi pubblici sempre con molta diffidenza e, da ultimo, anche col sospetto e la paura di attentati. Le porte delle nostre case sono chiuse, bisogna citofonare al cancello di casa, farsi riconosce, citofonare al portone, suonare alla porta e magari anche avvisare preventivamente con una telefonata, tutto semplicemente per andare a trovare un parente o un amico.
E’ normale, poi, che rimaniamo molto sulle nostre e facciamo un grande sforzo per aprire la porta. La sorte altrui non ci tocca, non cambia il nostro isolamento e guai a chi tocca la nostra ‘privacy’. In questo contesto ritrovarsi semplicemente a cena con amici cari è difficilissimo, impensabile trovarsi con persone meno care e vicini di casa. Abbiamo troppo da fare.
Senza accorgercene, queste dinamiche si perdono a Ruscio. Ritrovarsi ad una cena con tutto il paese è uno sconvolgimento delle nostre abitudini e della nostra normale diffidenza. Accorgersi di chi manca e chiedersi come mai, è una piccola ma significativa rivoluzione.
Per chi trascorre da sempre le proprie vacanze a Ruscio tutto sembra normale. Le cene della proloco, le Rusciadi, la processione, i saluti dei soliti visi per strada, i tornei di calcio, di carte, le serate astrofile, i ‘karaoki’ e tutte le altre attività possibili che allietano le giornate rusciare. Guardando più attentamente questi momenti hanno un valore sociale altissimo e sono fortemente contro corrente. Ci siamo mai chiesti come mai in uno Stato con bassissima natalità a Ruscio ci sono molti più bambini che adulti? Non in tutti i paesi è la stessa cosa. L’aggregazione che vivono i genitori, in molta parte grazie alle attività della proloco, la vivono anche i piccoli, giocano insieme si divertono insieme non chiusi nelle case e sempre insieme frequentano le loro famiglie nelle serate ‘mondane’. Respirando questo clima di aggregazione sapranno, spero, un domani, essere loro stessi propositori di nuove iniziative comuni.
Allora, la mia semplice riflessione vuole essere un ringraziamento a tutti coloro che si adoperano per le iniziative della proloco, un incoraggiamento a proseguire così, con la consapevolezza di fare qualcosa il cui valore va molto oltre quello della cena di per sé.