Al tuo funerale, caro Angelo, avrei voluto parlare a lungo del tuo grande amore per Ruscio, della tua dedizione alla causa della nostra associazione, dei tuoi ingegnosi lavori al “campetto” per trasformarlo in un piccolo stadio con tanto di gradinate, del tuo costante impegno per rendere più accogliente l’angolo dei bambini, …….; avrei voluto, ma quando il sacerdote, al termine di una cerimonia religiosa un po’ anonima, mi ha chiesto di dire qualcosa in tua memoria, davanti ai numerosi intervenuti in chiesa, la mia voce si è fatta flebile ed il suono delle mie parole veniva compromesso dalla grande commozione che mi ha assalito.
Vedevo il tuo feretro lì, a terra, immobile, mentre la mente andava alla ricerca di ricordi e di immagini di un Angelo attivo, in perenne movimento: a tagliare l’erba con la vecchia macchinetta a scoppio più volte riparata e messa in funzione dalle tue sapienti mani; a verniciare le panchine con vernici ricavate da miscugli miracolosi; ad innaffiare il prato (con un attrezzo uscito quasi per miracolo dalle tue varie “iniziative”) per far crescere l’erba in perenne competizione con il calpestio dei piccoli e dei grandi calciatori; a riparare il rubinetto della “nasona” (come chiamavi la fontanella) sistematicamente rotto dall’attacco dei ragazzi assetati; a lavare le maglie usate nei vari tornei con l’arrangiata lavatrice e a stenderle poi al sole per riporle, asciugate, nei tuoi armadi pronte per nuove partite; a rendere più solide le gradinate con calce e cemento; a distribuire bibite, bruscolini e lupini ai giovani frequentatori del campetto (a noi, più grandi, davi mezzo bicchiere di vino che avevi fatto tu e che decantavi come una malvasia miracolosa); a raccogliere le cartacce che, nonostante i vari cestini da te distribuiti per il campo, venivano gettate a terra da mani certamente poco educate ma che tu giustificavi come “ragazzate”; a segnare il campo da calcio con il trespolo di legno che avevi inventato, sostituito più tardi dal più efficiente attrezzo di ferro, venuto fuori quasi per magia.
Così come per magia uscivano le nuove reti per le porte di calcio, del tennis e della palla a volo, i palloni e le nuove divise per i calciatori che tu portavi ogni stagione a rinnovare il corredo sportivo del nostro, ma direi meglio, del “TUO CAMPETTO”.
Tuo anche perché fosti proprio tu a spingere l’associazione ad acquistare “ l’orto di Don Sestilio “ (il cui terreno in parte era di tua proprietà) e, insieme agli altri fondatori della Pro Ruscio, foste lungimiranti perché in tal modo avete dato al paese un posto di ritrovo per i ragazzi, dove diverse generazioni di giovani si sono cimentate in tornei con sano agonismo e con grande sportività, rafforzando tra loro una duratura amicizia, diventando per molti una vera palestra di comportamenti, educativa anche per la vita.
Rusciadi 2004
Ricordo quei tuoi continui, incisivi, richiami ai ragazzi perché tenessero un comportamento più riguardoso delle attrezzature sportive:
“ A regà, lassa sta la cariola”
“ A rega, nun t’attaccà alla rete”
“ A regà, va a raccoje er pallone ner fosso”
“ A regà, riporta la majetta che t’ho dato”
“ A regà, create e nun distruggete”
“ A regà, dì a tu padre de pagà la Pro loco”
Ancora mi risuonano alle orecchie i tuoi paterni richiami in quasi quarant’anni di attività!
C’eravamo abituati e a noi facevano sorridere anche perché regolarmente disattesi dai frequentatori del campetto.
Certo qualcuno non apprezzava quel tuo burbero e nel contempo bonario atteggiamento, che ti ha creato qualche inimicizia personale, ma tu continuavi per la tua strada convinto di essere nel giusto e di contribuire a rendere grande la Pro Ruscio.
Ed era proprio così! Ora che ci hai lasciato credo che tutti riconosceranno il grande valore e la insostituibilità del tuo contributo alla crescita della Pro Ruscio e sentiremo il grande vuoto che hai lasciato ogni qualvolta scenderemo la scaletta che tu hai realizzato per rendere più agevole l’entrata al campetto.
Grazie Angelo per tutto quello che hai fatto per la Pro Ruscio!
Grazie di vero cuore a nome del Presidente, del Segretario, di tutti i Consiglieri, della redazione della Barrozza e, ne sono certo, di tutti i soci della Pro Ruscio