E’ una pianta originaria dell’Asia e più precisamente dell’India e dell’Iran. Cresce spontaneamente nei territori a sud del Mar Caspio, ed anche in altri luoghi della catena dell’Hymalaia. Pare che questa pianta sia stata introdotta in Europa nel VII secolo a.C. ad opera degli Sciiti, popolazione nomade, che portarono la canapa nel sud della Russia, da dove si propagò nelle rimanenti zone europee e soprattutto in quelle settentrionali. Un’altra corrente di espansione della canapa si sarebbe avuta, sempre ad opera degli Sciiti, attraverso l’Asia Minore e la Grecia, da dove arrivò in Italia ed in Gallia. La diffusione però assunse importanza solo a partire dal 1500. In questo secolo la canapa si propagò anche nell’America del sud e più tardi in quella del nord.
Il Prof. Peroni durante una fase della raccolta della Canapa, nel corso del progetto del Servizio Civile Nazionale – Canapine dei Piani di Ruscio, 30 agosto 2008
L’Italia era il maggior paese esportatore: dalla fine degli anni ’50 la produzione della canapa è andata scemando, sia per la durezza del lavoro di prima trasformazione, sia per la concorrenza sempre più spinta delle fibre sintetiche. Il fenomeno interessò tutta l’Europa fatte salve la Francia ed i Paesi dell’Est Europeo, che insieme alla Cina sono rimasti i maggiori produttori mondiali.
Esistono due tipi di piante di canapa: la maschile, piccola e sottile e la femminile, più robusta ed alta anche 3 metri. La canapa greggia è costituita da cellulosa incrostata da sostanze gommose e pectiche assenti nella canapa imbianchita. I filamenti sono lunghi fino a 3 metri. Sono formati da fibre che, al microscopio, appaiono cilindriche, con striature longitudinali e in parte anche trasversali, con canale ampio, estremità arrotondate: sono quasi sempre riunite in fasci. Per distinguerle con sicurezza da quelle del lino è bene ricorrere all’esame delle sezioni che nella canapa non sono quasi mai isolate, hanno lume largo, lineare, talvolta ramificato.
La canapa non presenta particolari difficoltà dal punto di vista agronomico: è poco esigente e non teme le avversità e si adatta a vari tipi di terreno. La semina si effettua nei nostri climi nei mesi di marzo e aprile con una normale seminatrice da grano.
Si coltiva la canapa per la produzione di fibre tessili e, subordinatamente, di semi da olio. Con le fibre si confezionano tessuti molto robusti, quantunque di pregio inferiore agli altri, e poi cordami, sartie, ecc. Il seme contiene grasso greggio nella misura di circa il 30% e proteine nella misura del 20%. Lo si usa nelle industrie dei coloranti e delle vernici. I panelli ottenuti dai semi si possono somministrare al bestiame.
(dall’opuscolo “Monteleone Qualità 2000”)