La questione dell’ Asilo di Ruscio

By proruscio

Una Comunità ha il diritto sacrosanto di poter usufruire dei beni destinati alla pubblica utilità e di pretenderne la manutenzione in perfetta efficienza per il loro utilizzo soprattutto se, alla loro realizzazione, ha contribuito direttamente e totalmente sia con offerte di materiali e di mano d’opera che con offerte di denaro.

Il buon parroco Don Sestilio Silvestri, consapevole del grande valore dell’apporto di tutta la popolazione di Ruscio per la costruzione dell’edificio, ha ben testimoniato con un manoscritto dettagliato (opportunamente conservato in un quadro per rendere pubblico il contenuto del documento) l’impegno ed il sacrificio offerto dai rusciari per la costruzione e l’attivazione dell’asilo, da affidare alle cure della Parrocchia, per l’educazione dei bambini di Ruscio in età prescolare.
L’edificio è stato fisicamente costruito con l’impegno gratuito di numerosi  rusciari che, generosamente sacrificando buona parte del loro tempo lavorativo, hanno  trasportato i materiali necessari, impastato la malta per la costruzione dei muri e del tetto per dare un luogo sicuro, al riparo dal freddo invernale, per una  sana ricreazione dei propri figli.

Oggi lo stato di abbandono dell’edificio, la mancanza di qualsiasi tipo di intervento manutentivo, il degrado dovuto alle intemperie hanno reso inservibili i locali, umidi, per la penetrazione continua della pioggia dal tetto fatiscente, resi pericolosi per l’instabilità dei solai e per la presenza di topi e con servizi igienici del tutto inutilizzabili.

Per tutte ne sia prova la recente impossibilità di utilizzarlo per l’accoglienza dei pellegrini francescani che, nella  circostanza del loro pellegrinaggio della passata estate, non hanno potuto pernottare a Ruscio .

D’altra parte, a seguito del terremoto che ha colpito il Paese nel 1979, non risulta che ci sia stato interessamento per la struttura dell’asilo di Ruscio ne che sia stato fatto alcun intervento di  riparazione dei danni.

La diatriba poi in atto per stabilire la proprietà dell’edificio (che insiste, sembra, su un terreno catastalmente intestato al Comune di Monteleone di Spoleto) ma costruito dalla Comunità di Ruscio per adibirlo ad asilo per i propri figli (gestito dalla Parrocchia di Ruscio) e successivamente, con la chiusura dell’asilo e della relativa attività parrocchiale, adibito ad altri scopi (sede della Cooperativa della ceramica, deposito per materiale della Parrocchia, temporanea sede della Pro Ruscio) non può giustificare l’inerzia da parte del Comune e della Parrocchia sulla manutenzione dell’edificio e, comunque, non può far venir meno il legittimo interesse della Comunità di Ruscio al suo ripristino per consentirne l’utilizzo da parte della popolazione.

Che la struttura sia di proprietà del Comune di Monteleone di Spoleto o della Parrocchia di Ruscio (ma esiste ancora?) è una circostanza del tutto irrilevante, a nostro avviso,  per quanto riguarda il suo utilizzo che, ribadiamo, deve essere per il bene della Comunità di Ruscio con esclusione di qualsiasi altra destinazione.

Per questo sentiamo la necessità di vigilare per evitare atti e decisioni devianti rispetto alla originaria destinazione di struttura dedicata all’educazione e alla ricreazione dei giovani di Ruscio.

Per questo sentiamo la necessità di costituire un Comitato che accerti la reale situazione giuridica  e solleciti chi di competenza ad intervenire per tutelare gli interessi della Comunità di Ruscio e ricerchi soluzioni, anche attraverso l’eventuale apporto volontario dei privati, per riattivare una struttura da destinare a Centro culturale e di ritrovo per la Comunità di Ruscio.
 
Le strutture realizzate dalla Comunità di Ruscio devono essere utilizzate e gestite dalla Comunità di Ruscio.