Le nostre Leggende:
La Scarmigliata di S. Maria
Come il vento e nel vento, questo personaggio si aggirava, avanti e indietro, avanti e indietro, in attesa di qualcuno cui consegnare, nella notte, la borsa con i ducati d’oro.
Preso da spavento, ognuno, correva, scappava. Bastava però oltrepassare il territorio delimitato: dal crocevia di S. Maria, dove si incrociano le tre strade per Trivio, Ruscio e Rescia, fino alla sponda del Corno. Oltre questa zona si era salvi.
Nei secoli passati territorio di scorribande, di briganti, di scontri. Rapine tra bande avversarie. Ducati d’oro che scorrevano. Tesori da sotterrare, tesori da salvare. E così questo personaggio, di aspetto femminile, pauroso a vedersi, è restato depositario nei secoli di un tesoro che pesava e voleva dare via. Ma tutti scappavano.
Storia avvincente, non scritta, chissà quanto vera,ma così raccontata.
I nostri nonni la raccontavano, a loro l’avevano raccontata i loro nonni e così indietro nel tempo.
Forse qualcuno nella notte aveva visto qualche figura Scarmigliata, forse qualcun altro l’aveva immaginata.
La Scarmigliata di S. Maria: oggi è restata solo la definizione per descrivere una persona brutta, scapigliata e assai sdrucita. E’ una parola che si usa soltanto nelle nostre zone, perché solo di Ruscio è questa leggenda.