Qualche tempo fa è stata rilasciata da Luigi Alfonsi una breve intervista, ad una importante Rivista di Roma, sugli anni dell’attività del nonno Luigi, come lui, e della nonna Celeste Bugli, maestri di posta cavalli a Ponte Milvio.
Per secoli Ponte Milvio (dai romani chiamato Ponte Mollo) è stata la principale porta d’ingresso dei viaggiatori e per questo, sebbene impropriamente, il viadotto ebbe l’appellativo di “Porta di Roma”.
Nella foto accanto Carrettieri in transito su Ponte Milvio.
Ritengo sia per i rusciani di un certo interesse approfondire la conoscenza della famiglia Alfonsi, ormai profondamente legata a Ruscio, partendo dalle sue origini per comprendere come sia diventata nel tempo la più importante Ditta di Roma nel campo dei pianoforti.
Riporto qui di seguito alcuni stralci dell’intervista fatta; è direttamente Luigi Alfonsi (affettuosamente “Giggi”per i rusciani) a parlare:
“Sono ricordi lontani, prima e dopo l’unità d’Italia, quando i trasporti erano a trazione animale; presso Ponte Mollo i nonni avevano la loro principale attività, quella classica della gestione di una stazione di posta cavalli con personale alle proprie dipendenze. Eravamo tra i pochi a Roma ad aver assunto del personale perché non c’erano operai autonomi o similari perché la gente era tutta aggregata nei palazzi nobiliari e clericali. Oltre a tale impresa si occupavano della manutenzione degli equipaggiamenti delle carrozze, landò e calessi di nobili delle casate romane in via Borgognona dietro via Condotti. Loro stessi abitavano nei pressi, in un antico palazzo di via del Babuino.”
Mostrando la foto, che riportiamo a lato, “Giggi” continua:
“Questa è mia nonna Celeste a quei tempi con il piccolo Emidio Alfonsi, fratello maggiore di mio padre, con il classico cordoncino al collo di stile nobiliare. Mi ricordo una frase che mia nonna ripeteva spesso ai figli: ‘le chiavi ce l’ho io; a stì buzzurri, cafoni e burini non gliele faccio neanche vedere’ – Lei romana verace da generazioni, quando nella Capitale si conoscevano tutti e gli abitanti non superavano neanche le duecentomila anime, trovò difficile conciliare la sua realtà con quella dei “buzzurri”, soldati piemontesi rozzi dall’aspetto che erano venuti da invasori ad occupare Roma.”.
…….”Si vantava di essere l’unica a Ponte Milvio di poter aprire il portone sul viadotto dopo l’Ave Maria, quando per ordine delle autorità veniva chiuso al tramonto del sole e i passeggeri dovevano aspettare fino all’alba del giorno dopo. Però questo potere mia nonna lo esercitava solo a favore del clero e i nobili e per i turisti che chiedevano oltre al servizio normale di cambio dei cavalli nella stazione di posta, ch’era un duro lavoro e senza orari fissi, l’affitto di carrozze con stalliere. Frequenti erano i viaggi che organizzava per costoro per visite a Tivoli, Civitavecchia, Fiumicino, i Castelli…..”
”All’inizio del ‘900 morì prematuramente il nonno e da lì a poco, per incedere del progresso e lo sviluppo dei mezzi a trazione autonoma, Celeste lasciò il lavoro della posta cavalli a Ponte Mollo, attività ereditata dai bisnonni dai primi dell’’800, indirizzando i figli da un loro cugino paterno inserito nel campo musicale.”.
Da quel momento ha inizio la grande avventura della Ditta Pianoforti Alfonsi: siamo nel 1906.
Con orgoglio “Giggi” Alfonsi conclude:
“Sono settanta anni che mi occupo di questa attività e per il centenario abbiamo avuto la presenza di alte autorità nel campo politico, musicale ed artistico. La gestione dei pianoforti mi è stata tramandata come passione, poi è diventato un mestiere che io ho già consegnato ai miei figli e loro, con lo stesso entusiasmo, continuano …”.