LE AGNELLE DI S.ANTONIO

By proruscio

La festa di Sant’ Antonio da Padova che il calendario liturgico colloca al 13 giugno e che viene festeggiata la domenica successiva con grande solennità e partecipazione popolare, fa parte di quelle feste religiose le cui origini si perdono nella notte dei tempi ed i cui aspetti sacri e profani si fondono traloro, in un indissolubile legame che trova radici nel mondo contadino, nel volgere delle stagioni e nelle usanze legate ad una vita ed ad un’economia semplice e rurale.

quadro lotti santonio

La Chiesa di Sant’Antonio (olio su tavola, Mario Lotti)

La festa inizia con la processione di fedeli, snodata nelle vie del paese, tra campi pieni di fiori multicolori in un periodo in cui a Ruscio la natura dà il meglio di se stessa. La piccola statua del Santo, con il Giglio ed il Bambino in mano, riprendela sua collocazione nella chiesa passando sul  pavimento della chiesa cosparso di rossi papaveri.

Al termine della cerimonia religiosa, la Societa’ di Sant’Antonio, associazione di mutuo soccorso devota al Santo, provvede all’asta delle agnelle con un rito che si tramandava di socio in socio (ognuno abbelliva l’animale con fiocchi e fronde). Seguiva l’annuale pranzo sociale.

Il Santo, particolarmente famoso e venerato in tutta Italia, fu un francescano e tante sono le chiese a Lui intitolate in Valnerina, atteso il profondo legame da sempre esistente nella zona con tutta la cultura e la tradizione francescana.

La chiesa di Ruscio dedicata al Santo di Padova si può ritenere che risalga al secolo XIV-XV; sorge in quello che dovette essere il primo nucleo abitato di paese, già indicato nei primi anni del ‘700 con l’appellativo di "li piani di sotto".

E fu proprio quella di Sant’Antonio la prima e l’unica chiesa del paese fino alla metà del 1700, quando Don Biagio Peroni costruì quella dei "sette Dolori della Madonna".

I Francescani di Monteleone, presenti fin dal 1280, prestarono subito la loro collaborazione ai Sacerdoti di San Nicola. Fondarono la Cappellania della Madonna degli Angeli a Butino e la Cappellania di Sant’Antonio a Ruscio, svolgendovi tutte le Funzioni e attività liturgiche.

Madonna degli Angeli e Sant’Antonio: un binomio prettamente francescano. La Madonna degli Angeli richiama la PORZIUNCOLA, culla del Francescanesimo e Sant’Antonio, il primo grande Santo dell’Ordine dopo San Francesco.

La chiesa non è di grandi dimensioni, sicuramente proporzionata alla primitiva limitata popolazione di Ruscio. Ha un solo altare risalente al 1700. Quasi certamente le strutture primitive furono distrutte dal terremoto del 1703. Anche le alluvioni recarono i loro danni accumulando robusti strati di materiale addosso alla costruzione di origine; non si spiega diversamente il vano sotto la chiesa attuale.

L”edificio è stato solidamente e interamente restaurato con i fondi della Legge del terremoto del 19/9/1979; nel Maggio-Giugno 1994, la Signora Pennesi Luciana ha restaurato l’altare e le tela riportando le due opere al primitivo splendore, mentre nel 2010, a cura e spese di anonimo benefattore sono stati restaurati il tetto, la vela campanaria e ritinteggiate tutte le pareti esterne.

Una chiesa che oggi è raramente aperta per le funzioni religiose ma un tempo era quotidianamente utilizzata. Come dimenticare la messa che alle nove di mattina Don Sestilio celebrava e la campana che alle sette di sera intoccava richiamando i fedeli alla recita dei vespri. Il suo suono si diffondeva in tutta la vallata e ci raggiungeva ovunque eravamo ricordandoci che la giornata volgeva al termine e che era necessario tornare a casa.
 
Riportiamo questo antico inno che il popolo religioso di Ruscio era solito intonare in occasione della festa di Sant’Antonio da Padova.

Sant’Antonio giglio giocondo
Nominato in tutto il mondo
Chi lo chiede per suo avvocato
Da S. Antonio sarà aiutato.
Esso nacque ricco assai
Fatto grande vendè tutto
Per avere dal cielo il frutto
Tutto ai poveri donò.
Ritiratosi in un deserto
Fece vita penitente
Digiunava di sovente
Ossa e scheletro diventò.
Sant’Antonio predicava
Ed un Angelo a lui parlava
Che suo padre lo dovevano impiccare
Senza aver fatto del male.
Sant’Antonio con riverenza
Dal suo popolo prese licenza
E in due ore a Lisbona arrivo
E suo padre liberò.