Come avete potuto notare in questi anni io e Pierpaolo Vannozzi abbiamo cercato, con qualche discreto risultato, di allestire spettacoli volti a far passare una piacevole serata ai nostri amici e parenti che villeggiano e che risiedono a Ruscio; partendo da Ruscio sotto le stelle, passando per le serate cantando a tema Battisti, Baglioni ecc. accompagnati solo dalle chitarre, qualche Karaoke qua e là, siamo arrivati a festeggiare, nell’estate 2007, i quarant’anni di fondazione della Pro Loco con uno spettacolo che ci ha impegnato non poco durante l’inverno, ma che ha visto premiato nell’estate tutti gli sforzi e i sacrifici fatti, non solo da noi due, ma anche da coloro che hanno messo a disposizione la loro voglia di collaborare con noi.
Anche quest’anno, seppur orfano in senso buono di Pierpaolo, abbiamo passato due belle serate con il Karaoke dove in una ho cercato di ricreare l’atmosfera che c’era ai tempi del chiosco di Gigia e, nell’altra, è stato organizzata una estemporanea gara di Karaoke a squadre dove, posso assicurare a chi non c’era, il divertimento è stato unico.
Insomma, in questi ultimi anni non ne è passato uno dove non ho cantato ma, se ricordate bene, e mi riferisco alle persone con qualche anno più di me, io a Ruscio canto da quando ero bambino. Ed è proprio da molti anni fa che voglio iniziare questa, chiamiamola, saga.
Purtroppo, come dico spesso, quando si inizia un discorso con “mi ricordo” vuol dire che son passati gli anni e molti ne sono passati da quando all’inizio degli anni ’70, mi ricordo di un tizio che a Ruscio suonava la fisarmonica.
Questo tizio era Nando Fedeli che per molti anni ha allietato le cene da Giovanni durante l’estate e i Carnevale durante l’inverno con la sua fisarmonica al tempo di polka, valzer, tango, saltarello e della famosa quadriglia.
Durante quelle feste c’era anche il momento della canzone melodica romana e non, e quindi si passava da Nicola Vannozzi con la famosa Aricciarola, a Marcello Vannozzi con qualche stornello senza dimenticare le sorelle Vannozzi (Tomassina e Peppinella) che chiudevano la saga dei Vannozzi con canzoni dell’epoca e anche più vecchie che francamente non ricordo. Ma anche io sono un Vannozzi e molte volte insieme a Marina (la figlia di Nando) e a Donatella (sempre Vannozzi) ci buttavamo lì a cantare qualche canzone dello Zecchino d’Oro.
Non solo io avevo un po’ di vena artistica nel sangue, ma anche qualche ragazzino più grande cominciava a pensare che occorreva organizzare qualcosa che aggregasse un po’ di ragazzi per suonare insieme; e così, oltre a cantare in chiesa la domenica, non solo a Ruscio, perché dovete sapere che ci chiamavano anche per gli altri paesi, questi ragazzini più grandi pensarono bene di fare un concerto.
I nomi dei bambini più grandi ve li potete immaginare : Pierpaolo Vannozzi, Annarita Peroni, Alessandra e Annamaria Cicchetti, Valter Antonelli, Barbara Peroni, Marina Vannozzi e poi venivamo noi piccoli: io, Donatella Vannozzi e Josè Pasquali.
Ovviamente per fare questo concerto è stato necessario fare le prove e queste le facevamo nel garage di casa di Fabrizio Angelini, anche lui piccolo ma partecipe e con una vena artistica che si è successivamente dimostrata più forte della nostra. Anche per il concerto potemmo usufruire della gentilezza e dell’ospitalità della famiglia Angelini, Simone e Filomena, che misero a disposizione il loro prato per fare entrare un camion (gentilmente concesso da Giovanni Carassai) dove ci esibimmo una sera del lontano 1975.
Certamente a guardarci c’erano i nostri genitori che avranno guardato con amore i loro figli suonare le chitarre, che accompagnavano i cantanti senza microfono, e qualche fustino di detersivo usato a mò di batteria. Ovviamente fu un successo; fra le canzoni che cantammo ricordo di una composta dai ragazzi più grandi che si intitolava Ragazzo Triste (ma ce ne era anche un’altra di cui non mi ricordo il titolo).
Io avevo cantato Piccola e fragile, di Drupi, e Josè, Il tango delle capinere. Come detto non avevamo alcunché di elettrico; né chitarre, né microfoni, nè batteria ma credo che avevamo un organo Bontempi che per l’epoca era già tanto.
Negli anni successivi si continuò a cantare durante le manifestazioni religiose a Santa Maria, alla Madonna Addolorata e, come detto prima, anche in altri paesi. Intanto, naturalmente, crescevamo e nel 1979 fu fatto qualcosa di più grande: “ ‘Na storia de Roma’ fu organizzata dai ragazzi più grandi che ormai avevano 18-20 anni e invito Pierpaolo a scrivere su “La Barrozza qualcosa su quello che fu un evento per Ruscio. Io non recitai in quella commedia ma mi fu assegnato di cantare la canzone finale che era Er carrettiere ar vino.
Nei primi anni ’80 non credo di aver cantato pubblicamente a Ruscio, ma, nelle occasioni in cui ci ritrovavamo con gli amici, la chitarra non mancava mai e insieme a Maurizio Peroni formavamo davvero una coppia brava e affiatata; sui prati, davanti ad un fuoco con una bruschetta in mano o più semplicemente a casa di qualcuno (vedi Elisabetta Ottaviani, Gabriella Di Domenico) la cantata era d’obbligo ed anche gradita dagli astanti che partecipavano con affetto ed amicizia.
Dall’ ‘85 al ’90 ricordo che per almeno tre anni abbiamo suonato cercando di vivacizzare le vacanze di tutti; un anno (1987), approfittando del palco montato per la Festa della Madonna Addolorata che stava sul prato di Nena Cicchetti, organizzammo i “Dilettanti allo sbaraglio”, una sorta di Corrida che ebbe successo grazie anche alla partecipazione di alcuni veri dilettanti che cantarono e resero veramente reale la manifestazione; tra questi ricordo un signore che non era di Ruscio e che cantò una canzone di Peppino Di Capri che nel testo aveva le parole (e forse anche il titolo) “e vado via”; lascio immaginare a voi il commento delle numerose persone che assistevano allo spettacolo.
Un altro personaggio di quella sera fu (e lo è tuttora) Andrea Salamandra: vestito da donna si esibì in un ballo sudamericano con risate contagiose di noi che suonavamo e del pubblico che guardava.
Ovviamente tutto questo era stato organizzato nei pochi giorni precedenti l’organizzazione della festa e anche lì avevamo pochi mezzi professionali, tranne quelli personali e l’amplificazione e la sonorità erano quelli che erano. Aiutati, comunque, dalla professionalità di Claudio Prosperini e Marco Vannozzi riuscimmo a dare un discreto spettacolo; oltre ai due citati che suonavano la chitarra e il basso, e a me, gli altri componenti del gruppo erano Pino Zaralli alle tastiere e Sandro Perelli (di Monteleone), in quel periodo legato sentimentalmente a una ragazza di Ruscio, alla batteria.
La presenza di Marco Vannozzi e Claudio Prosperini (vi ricordo che per molti anni sono stati nel gruppo che suonava per Antonello Venditti) indusse me e qualcun altro ad aumentare un po’ il livello della musica proposta.
Aneddoto: durante una seduta dentistica da Carlo Maucci, parlando di musica Carlo mi disse all’incirca queste parole: “ma scusa, ma non possiamo armare un complesso?” e io: “perché ar mare? famolo a Ruscio”….
Nacquero così “Pino e le minchie tese”, band composta da Pino Zaralli (tastiere), da me (chitarra e voce), Carlo Maucci (batteria), Maurizio Peroni (basso e voce), Ilario Fusco (chitarra e voce), Claudio Prosperini (chitarra) . Durante l’inverno provavamo le canzoni da esibire a Ruscio, nello studio di prova e registrazione di Claudio e Marco e vi assicuro che il divertimento era massimo sia mentre suonavamo che dopo, quando usciti dalla sala prove, ci fermavamo a parlare fra di noi. Maurizio Peroni (basso), per problemi di lavoro, lasciò il gruppo dopo il primo anno e fu sostituito, ovviamente, da Marco Vannozzi; si aggiunsero Andrea Agabiti autodidatta delle tastiere ma con una grande passione e, più avanti, Annarita Peroni (voce).
Questa volta avevamo però l’attrezzatura più adatta: grazie alla Pro Loco che ci comprò un mixer 16 tracce, due casse, una ciavatta per il mixer completa di cavi (tranne le casse, gli altri componenti furono acquistati a prezzo di favore dalla emerita ditta Alfonsi sempre pronta ad agevolare le inconsistenti e perennemente deficitarie casse della Pro Loco), riuscimmo a dare per qualche anno spettacoli degni di nota.
Il repertorio dei concerti era il più svariato; da Battisti a Elton John, Gianni Togni, Al Stewart, Marillion, Baglioni, Umberto Tozzi, Dire Straits, Carboni e molti altri. Spero che molti di voi che leggono queste righe ricordino piacevolmente quelle serate ad ascoltare la nostra musica.Il gruppo si sciolse a causa di alcune incomprensioni fra di noi e a causa del destino che ha strappato via troppo presto due nostri amici dall’affetto dei loro cari e di tutti noi.
E veniamo ai giorni nostri ritornando alle prime righe di questo articolo dove io e Pierpaolo abbiamo (speriamo) allietato qualche sera di queste ultime estati; spero che ci ascolterete ancora con piacere (da parte mia non ho ancora di appendere l’ugola al chiodo) ma concludo anche con un piccolo appello; so per certo che molti ragazzi di Ruscio suonano e quindi li inviterei a proporsi (anche per cambiare un po’) per fare qualche serata avendo sicuramente il nostro appoggio e quella piccola esperienza che abbiamo accumulato in questi anni.
E sono inevitabili anche i ringraziamenti a tutti coloro che in questi lustri e decenni ci hanno aiutato, anche nelle piccole cose, nella riuscita dei nostri eventi.
Salutando ricordo che sentirete ancora cantare di me….. Spillo.