Che la nostra terra sia ricca di opere d’arte e di bellezze naturali non dovrebbe stupirci affatto.
E questo non sfugge certamente a chi, ben sapendo di realizzare opere a fortissimo impatto ambientale, oppone a chi protesta vivacemente in difesa del nostro patrimonio storico e naturale, motivazioni di ordine tecnico e legale.
Personalmente dei tecnici onniscienti e mai, dico mai, sfiorati da un dubbio, mi fido poco; all’infallibilità e alla assolutezza della Legge che non ammette deroghe non credo.
E i fatti, ne sono sicuro, purtroppo continuano a rafforzare questo mio modo di pensare.
Basta leggere i giornali, anche i più recenti: dighe sicurissime, a detta dei tecnici, crollano, disboscamenti e cementificazioni dei corsi d’acqua "necessari ed efficaci" provocano frane ed alluvioni, e così via (mi sono sempre chiesto dove siano i tecnici infallibili quando una loro infallibile opera determina conseguenze disastrose).
Il consiglio Comunale, in una lunga seduta, ha sventato il tentativo di realizzare un impianto di depurazione fognaria nei pressi della fonte di S.Lucia, nelle immediate vicinanze della chiesetta.
Il depuratore, di cui il nostro Comune è sprovvisto, verrà realizzato, ma in una zona più adatta e a minor impatto ambientale.
Questa volta il verdetto dei tecnici, che avevano trovato nella piana di S.Lucia il sito "ideale" per il depuratore, è stato fortunatamente smentito.
Penso, altresì, che i tecnici infallibili che si accingono a "raddrizzare e allargare" il letto del Vorga e dei suoi affluenti, trasformandolo in un’autostrada, in dispregio del buon senso e delle indicazioni di tutela ambientale, provocheranno un grave danno naturalistico e, chissà, forse anche una bella alluvione.
Chi li fermerà?
La Chiesa di S.Caterina di Monteleone, e l’annesso antichissimo convento delle Monache (da qui il nome della porta castellana adiacente), la cui mole di pietra, senza tetto, è ben visibile da Ruscio, rappresenta un esempio mirabile del livello di ricchezza e potenza raggiunto dall’antico Castello.
La costruzione, addirittura unica in Italia per la sua caratteristica pianta ovoidale, versa in condizioni molto precarie.
Sicuramente avrà subito gravi danni dall’ultimo terremoto. Andatela a visitare, vi si stringerà il cuore nel vedere, nel totale abbandono e disinteresse, una simile bellezza architettonica.
Restaurata potrebbe diventare una stupenda sala per concerti o convegni …
Un appello, una preghiera per salvarla da un’idea "brillante", magari balenata nella infallibile mente di un tecnico; abbattere i resti imponenti per realizzare un bel parcheggio (almeno queste sono le voci che girano nel paese, ma vox populi, vox dei).
La Barrozza e la Pro Ruscio ribadiscono ancora una volta la loro piena disponibilità a collaborare assieme all’Amministrazione comunale e alle altre Pro Loco del Comune alla salvaguardia della natura, della storia e delle opere d’arte del nostro territorio.