Non avrei mai immaginato di dover trattare sulla “Barrozza” un argomento così lontano, credo fermamente, dalla mentalità e dalle tradizioni culturali di chi vive e di chi viene a villeggiare in modo ricorrente a Ruscio; ma la realtà, a quanto sembra, spesso prevale sulla immaginazione: parlare di mafia.
Questa estate sono comparse, in più posti di Ruscio, alcune scritte, tutte a carattere stampatello con pennarello nero e dalla stessa mano anonima, di cui riportiamo le immagini, indicanti le parole “MAFIA” e “MAFIA RUSCIO”.
La prima scritta, più volte ripetuta in verticale e orizzontale e sottolineata, la troviamo riportata sull’esterno del raccoglitore dei rifiuti di materiale vetroso posto all’ingresso del paese da chi proviene dalla strada Cascia-Leonessa, dando in tal modo, al visitatore e ai pellegrini del ”Cammino di S. Benedetto”, una immagine di Ruscio che evoca terribili ricordi di una criminalità delittuosa, purtroppo reale, diffusa non solo in Italia.
Una seconda scritta la troviamo riportata su una delle varie mattonelle di ceramica della serie “Ruscio in versi”, fatte realizzare dalla Pro Ruscio dal bravo ceramista Francesco Giovannetti, riportanti frasi di autori celebri e appese al muro in diverse punti del paese con la finalità di abbellimento e di indurre il passante a riflettere sulle bellezze del luogo e della natura circondante.
In particolare la scritta “MAFIA” è stata scritta sulla mattonella, posta all’entrata del vicolo “dell’archetto” sulla via della Grande Italia andando verso Ruscio di sopra, che riporta la frase dantesca “tu proverai si come sa di sale lo pane altrui e come è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale” a sottolineare le difficoltà di molti paesani, di un passato non molto lontano, che hanno dovuto lasciare il loro paese e gli affetti più cari alla ricerca di un lavoro in altre città e persino oltreoceano.
Una terza scritta “MAFIA RUSCIO” è stata realizzata sul retro del fontanile/lavatoio posto prima del fossato, su porzione di terreno concesso, in tempi remoti, gratuitamente, da Giuseppe Marchegiani e fatto restaurare su iniziativa della Pro Ruscio, a memoria di una opera realizzata dai paesani per alleviare il lavoro massacrante delle donne di Ruscio che si inginocchiavano nel fossato per lavare i panni.
Non mi interessa, in questa sede, cercare di individuare chi è l’autore di queste scritte in quanto penso che sia una persona frustrata e piena di rancore verso qualcun altro, persona o ente, ritenendo di aver ricevuto un torto o di non aver potuto fare qualche cosa impedito, secondo lui, dalla volontà ostile di un potere che lui ritiene occulto e che individua nel termine mafia.
Non interessa individuarlo anche perché chi ha scritto “Mafia” e “Mafia Ruscio” si caratterizza, proprio lui, come “mafioso” avendo scelto di utilizzare, per la denuncia del suo eventuale malcontento, proprio il metodo dell’anonimato, tipico dell’ambiente mafioso, incolpando genericamente una collettività intera senza avere il coraggio di denunciare apertamente l’autore del sopruso, che ritiene di aver ricevuto, per ottenerne eventualmente giustizia.
Anzi, a volte, proprio attraverso il messaggio anonimo e generico, si vuole nascondere un avvertimento rivolto ad esponenti politici e a funzionari pubblici da chi potrebbe o dovrebbe denunciare i fenomeni corruttivi ma cerca di ricavarne vantaggi con la tecnica del ricatto silente e omertoso verso il corruttore.
E’ pur vero che non possiamo negare che anche a Ruscio (chi è senza peccato scagli la prima pietra) qualche volta è stato utilizzato anche lo strumento della denuncia anonima di un fatto corruttivo o di un comportamento ritenuto illecito quasi sempre, però, rivolto ad Enti e Autorità pubbliche e motivato da un fatto o da un interesse personale individuabile, mai coinvolgendo il sentimento dell’intera collettività.
In questo caso invece si sta accusando di essere mafiosa, in modo generico e immotivatamente, una intera collettività: questo non possiamo tollerarlo! La gente di Ruscio non merita questo marchio infamante!
Un’ultima annotazione mi importa sottolineare: in data 3 novembre 2023 avevo preso la foto della mattonella in ceramica che riporta la frase dantesca “tu proverai si come sa di sale lo pane altrui e come è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale” e riportava la scritta “Mafia”con pennarello nero; il 5 dicembre 2023 ricevo da Ruscio l’immagine della stessa mattonella, dove risultava cancellata la scritta “Mafia” con pennarello nero (evidentemente una persona che ama Ruscio era intervenuta), ma che riportava nuovamente la scritta “MAFIA” questa volta con pennarello rosso.
All’ignoto esecutore di tali ignobili scritte diciamo che questo non è un gioco e ci adopreremo per individuarlo e per denunciarlo alle autorità.
Cancelleremo sempre queste scritte perché ci sentiamo offesi da una ingiusta, immotivata e orribile accusa che Ruscio non merita e non vogliamo che sia deturpata l’immagine di un ridente paese, libero e democratico, aperto all’accoglienza delle genti.
Occorre invece incoraggiare a Ruscio, fatto di gente perbene, chi nelle Associazioni, nelle Cooperative, negli Enti pubblici e nelle realtà laiche e religiose, o anche semplicemente assumendosi le proprie responsabilità di cittadino, s’impegna democraticamente per il bene comune, per la dignità e la libertà delle persone.