Memorie

By proruscio

Riceviamo e con estremo piacere pubbichiamo un articolo che ci è pervenuto da Anna Maria ANGELINI. Nannina, alla veneranda età di 92 anni, si sofferma raccontandoci la vita della propria madre, Maria Belli, che rimasta vedova a ventinove anni – dopo la morte del marito Marco Angelini durante la prima guerra mondiale – con quattro figli a carico (tra i quali appunto Anna Maria di appena sei mesi) mandò  avanti il negozio di famiglia di Via Gaeta n° 56  fino all’età di sessantatre anni. Il suo lavoro, i suoi sacrifici ma anche l’aiuto ricevuto da una famiglia – gli Angelini appunto – che le permise di non venire meno ai suoi doveri di madre e alla sua attività di commerciante, per la quale ricevette anche la medaglia d’oro.

Il massimo dei miei ricordi, è di far sapere come mia madre, restata vedova a ventinove anni, con quattro fgli in tenera età, seguitava a vivere con dolorosa realtà, incredibile ma vera.

Restata in casa con fratelli di mio padre (ndr Marco Angelini) formarono una famiglia di sedici persone. Essendo loro di grande bontà  ci considerarono come loro figli, riservandoci tante attenzioni, per non farci sentire la mancanza di nostro padre, e amorevolmente furono vicini alla mamma, che per questo amore immenso ormai distrutto, non riusciva a rassegnarsi.

C’era tanta fede in lei avendo in famiglia anche un sacerdote Salesiano, Don Pasquale Angelini. Questo ha contribuito alla sua rassegnazione. Sempre d’accordo con le cognate, anche di età assai differente, ma la reciproca comprensione, facendo grossi sacrifici, come per esempio andare la notte in fontana a lavare i panni, essendo il giorno impegnata al negozio dall’età di diotto anni, appena sposata, fino a sessantatre anni. Oramai conosciuta in tutto il quartiere, amata e smpre rispettata. Ricevette il diploma e la medaglia d’oro  per tanti anni di attività nel negozio di Via Gaeta n° 56.

In famiglia c’era tanta pace e serenità  e buone abitudini, come da sempre amore ed ammirazione per i fratelli Angelini, massima riconoscenza al merito di mio padre che sacrificò  la sua giovane vita per amor di patria durante la guerra mondiale del ’15 -’18.

In tutto si rilevava la bontà di mia madre. Rimase anche lei orfana di padre e sua madre risposandosi ebbe tre figli, due femmine ed un maschio, il caro zio Marco Colapicchioni che confidenzialmente diceva: “io ho una sorella buona, Maria”, riferendosi a mia madre.

Il funerale di mia madre fu una grande manifestazione di amore. Dall’abitazione alla nostra parrocchia del Sacro Cuore tutti i negozianti chiusero le saracinesche dei negozi in segno di rispetto, tanti fiori e persone a rendere omaggio a mia madre. Come sempre in queste circostanze Don Pasquale officiò la messa.

I cugini mai dimenticati per l’amore sincero per noi orfani, ottimo il loro comportamento per il nostro sicuro avvenire, meritano sicuro grande rispetto. Ora dal cielo seguitano come sempre a proteggerci con amore infinito.
Il ricordo di mia mamma e papà è in me sempre vivo e presente.