Ho incontrato per la prima volta (si fa per dire) il signor Natale al cimitero comunale di Monteleone, in una dei miei solitari girovagare, mentre ero assorto nei miei pensieri e sulle altrui memorie. Mi ha subito colpito per la forte personalità, che spicca con evidenza dalla sua lastra tombale e che ho ritrovato anche nelle testimonianze di chi lo ha conosciuto in questa vita terrena.
BELLA NATALE (Monteleone di Spoleto 19.10.1886 – 06.10.1988)
Difatti il proprietario del loculo, oltre alle consuete generalità, ha voluto lasciare ai posteri non solo la traccia di essere stato un vero agricoltore e apicoltore, ma anche una inusuale iscrizione che ribadisce che “è volontà del defunto Natale di non essere rimosso da questo avello per la durata di 500 anni a partire dall’anno della sua nascita”.
Tutte le testimonianze concordano nel ricordare una figura particolare, affabile, colta e istruita, che ha lasciato un segno nelle generazioni che hanno avuto il modo di conoscerla e apprezzarla. Di questa idea sono anche Guerino Perelli, Alberto e Gian Battista Vannozzi, Giuseppina Ceccarelli, con i quali ho scambiato alcune parole.
La famosa foto di Natale Bella, con le sue api in Perleonardi A., Monteleone di Spoleto. Album Fotografico, Edizioni Andromeda, Roma 2013, pp. 102 – 103.
Se ne trova d’altronde conferma anche in quanto già scriveva nel 1995 Osvaldo Perelli: “Un tempo, quando si parlava di miele, si faceva riferimento a Natale Bella di Monteleone, il quale fu il primo a svolgere l’attività di raccolta, produzione e commercializzazione del miele; scomparso il capostipite di questa laboriosa famiglia di artigiani alla veneranda età di 100 anni passati, l’azienda ha proseguito la sua attività con il figlio Mario”.
Ho trovato alcune testimonianze documentarie e verbali che ritengo sia il caso di accennare.
Nel 1907 Natale parte, come molti giovani monteleonesi, in cerca di un lavoro e un futuro negli Stati Uniti. Ha solo 21 anni (era nato a Monteleone di Spoleto il 19.10.1886) quando il 21 novembre, dal porto di Napoli, s’imbarca sul piroscafo postale Europa (varato il 7 maggio del 1907).
Approda nel nuovo continente il 5 dicembre seguente, dove viene registrato per il periodo di quarantena imposto dalle autorità americane a Ellis Island. Dai registri locali, da tempo resi pubblici sulla rete, apprendiamo che viaggiava con un gruppo di paesani costituito da Benedetti Assunta (di anni 58), i figli Giuseppe, Alfredo e Anna (rispettivamente di 6,4 e 2 anni); Salvatori Nazzarena di anni 29, Rosati Gaetano di 19 e la sorella, Bella Elisabetta di 18 anni.
Il Piroscafo postale EUROPA varato a Palermo nel 1907
La destinazione era nella piccola comunità italiana di Trenton (NJ), presso il padre, Vincenzo. Curioso l’indirizzo della sorella Elisabetta al 611 Roebling Ave, dove ancora oggi, a poche decine di metri, è un supermercato il J&S. Venanzi Frozen Foods di chiara (almeno mi sembra) origine monteleonese.
Il nostro amico ritorna in Italia nel 1912, dopo aver incrociato nell’Oceano Atlantico (come poi racconterà) il tristemente noto Titanic nel suo tragico viaggio inaugurale. Sempre attento ai nuovi ritrovati per migliorare l’agricoltura, nel 1933 lo trovo, con tanto di foto e didascalia, nella nota rivista de La Domenica dell’Agricoltore:
“L’abbonato Bella Natale di Monteleone di Spoleto (PG) ci invia questa foto scrivendoci: «Gli esemplari di granone e di patate nostrali sono stati coltivati direttamente dallo scrivente, attenendosi scrupolosamente alle norme dettate dal Direttore della Cattedra Ambulante di agricoltura: esemplari eccezionali nelle nostre parti perché a mille metri di altitudine. Una pianta di patate nostrali ne ha prodotte 9 del peso complessivo di Kg. 4500. Una pianta di granoturco nostrale ha dato 5 spighe con un totale di 1952 chicchi»”.
Nel 1937 partecipa a un concorso nazionale di apicoltura nella categoria professionisti e vince il “1° premio: diploma e due arnie complete Dadant Blatt, al sig. Bella Natale di Monteleone di Spoleto, per un impianto di 90 alveari”.
Durante l’ultimo conflitto ricopre la carica di Presidente del Consorzio dei Possidenti di Monteleone di Spoleto.
MONTELEONE DI SPOLETO la casa del miele di Bella Natale. Foto di Stefano Vannozzi
In questo periodo, appena fuori Porta Spoletina (fra il 1942 e 1943) fa costruire la sua fabbrica del miele, che ancora oggi colpisce per la sua piccola e sobria facciata in chiaro stile razionalista. Come ricorda anche Alberto Vannozzi, la bella decorazione a rilievo con tre api su una parete di favo a celle esagonali reca la scritta in rilievo: APICOLTURA / BELLA NATALE.
Per questo lavoro affida la realizzazione dell’opera artistica, alle abili mani del mastro Raffaele Arcangeli, originario di Cascia ma dimorante in Monteleone, dove aveva sposato una Carmignani, “un bravo muratore, che ricostruiva tutto, un vero artista” che segue nelle lavorazioni, accertandosi che l’ape centrale rappresenti “l’ape Regina (che) è più grande”.
A questi è legata una piccola curiosità che mi sembra qui il caso di citare con una piccola parentesi. Molti, infatti, ignorano che la nota azienda spoletina del settore tessile e dei componenti di arredo, conosciuta nel mondo come Mastro Raphaël, per scelta del titolare prende il nome dal padre, ovvero il nostro Arcangeli di Cascia.
L’attività della produzione e vendita del miele continua nei decenni, prima con l’aiuto della moglie del Bella, Francesca Porfiri e poi con i figli, raggiungendo la capitale con una distribuzione in Prati presso la ditta Diotallevi in Via Cola Di Rienzo. Le prime confezioni erano costituite da barattoli da 100 grammi del costo di 50 centesimi di lira, ricoperti da una carta cerata con la raffigurazione di Monteleone di Spoleto. Nella seconda metà degli anni ‘70 del secolo scorso ritroviamo Natale al Casale Fonticchio, a circa 3 Km. da Cascia, nei pressi del quale alloggia 20 arnie pagando, al momento della raccolta del miele, un contributo in natura al proprietario del fondo, consistente in circa un chilo di prodotto per arnia. Sempre Guerino, a cui devo queste ultime informazioni, ricorda a Porta Spoletina, nel locale a piano terra dove Natale faceva le consegne (localmente dette “le risposte”) dei barattoli in grandi scatoloni, “una bella fotografia in mostra nel magazzino, con tutte le api addosso”. Di questa foto ho sentito parlare da diverse persone, e grazie a Giuseppina sono riuscito a reperirne una copia per l’occasione.
Foto e lettera ala redazione, di Bella Natale pubblicate nel 1933 su La Domenica dell’Agricoltore
Nella sua doppia veste di apicoltore e agricoltore, oltre a curare un orto vicino alle mura, nei pressi della torre tonda, Natale segue tutti i lavori delle sue arnie fisse, dislocate in più località del territorio comunale. A questa professione unisce l’interesse per la storia, la cronaca e l’osservazione della natura e degli eventi atmosferici, tanto da essere richiesto e indispensabile per molti consigli (“era un astrologo, raccontava i fatti, faceva il Bernacca”). A tal proposito sempre Alberto, scrive: “Si perché era imbattibile nella previsione del tempo. Non sbagliava mai… o quasi. Noi ragazzini, subito dopo la guerra, eravamo soliti fare delle gite sulle montagne a raccogliere fragole e more. Si partiva la mattina alle quattro con gli zaini pieni di cibarie. A Natale ci rivolgevamo la sera prima della gita, per essere sicuri di partire con il bel tempo. Lui, usciva fuori Porta Spoletina, guardava il cielo, sentiva il vento e emetteva la sentenza: Partite, oppure: No rimanete a casa”. Ultracentenario, ormai quasi completamente non vedente, trapassa da questa vita terrena il 06.10.1988, compianto da buona parte della popolazione.
Una breve e spero non inutile riflessione
In Umbria, i dati dell’ultimo censimento effettuato nel 2007, registrava circa 1.700 apicoltori e 30.000 alveari curati. “Negli ultimi anni si è potuto assistere ad un graduale incremento degli apicoltori che non sono direttamente impegnati nel settore agricolo, nonché ad un notevole miglioramento delle tecniche di apicoltura. In questa trasformazione fondamentale è stata l’opera dell’Associazione Produttori Apistici Umbri (APAU), costituitasi nel 1984, che non solo si è attivata nella tutela degli apicoltori umbri, ma ha giocato un ruolo fondamentale nel miglioramento della qualità del miele prodotto, dotandosi di disciplinari interni di produzione e creando la denominazione “Miele Umbro”.
Basandomi su quanto presente attualmente nel web tra piccoli e grandi produttori, trovo che a Monteleone sono presenti diverse ditte quali: il Miele Elena a Rescia, l’Azienda Agricola di Reali Luciano a Ruscio, l’Azienda agricola Miele Biagio Poli a Monteleone e l’ Apicoltura Rita Angelini a Casale Ranaldi.
Fra le varie industrie artigianali di Monteleone di Spoleto quella del miele rappresenta, quindi, un ulteriore punta di forza del territorio, che andrebbe valorizzato e preservato unendo la conservazione della memoria storica con la conoscenza e commercializzazione di un prodotto genuino forse ancora poco conosciuto. Non dispiacerebbe se le varie realtà del territorio potessero unirsi sotto un’unica sigla, come è accaduto per un altro prodotto d’eccellenza quale il farro. La “casa del miele” vero esempio di archeologia industriale locale, potrebbe tornare ad essere il punto d’incontro, esposizione e vendita dell’intera comunità.
Nota Genealogica (a cura di Marco Perelli)
Natale Bella di Vincenzo fu Pasquale e di Annamaria Risi di Anastasio di Piè del Poggio, frazione di Leonessa (RI) e gemello di un Domenico. Nato a Monteleone di Spoleto il 19.10.1886 ha un altro fratello individuato Giuseppe (1883). Sorelle: Angela (1882). Elisabetta (1889) e Settimina (1890). Si sposa con Francesca Porfiri da cui ha Vincenzo, Mario e Vincenza.
Bibliografia minima:
La Domenica dell’Agricoltore, settimanale illustrato del Popolo d’Italia, a.VIII, 1933.
L’Apicoltore d’Italia, rivista mensile d’apicoltura, vol. IV, a. III, Federazione apicoltori italiana, Roma, 1937, pag. 88.
Perelli O., Dolce…miele, in «La Barrozza», notiziario quadrimestrale dell’Associazione Pro Ruscio, anno IV, n. 1, Pasqua 1995.
Vannozzi A., Da Porta a Porta. Io e Monteleone, Brufa Editore, Roma, 2008 p. 24.
www.apau.it