Si dice Irma&Peppe, oppure Peppe&Irma, tutto d’un fiato, senza una pausa.
Sarebbe strano menzionare solo uno dei due.
Il loro è un connubio di nomi e anche, e soprattutto, di sentimento, di vita, di passi fatti insieme. È per questo che, anche se a lasciarci è stato Peppe, sarà inevitabile scrivere anche di Irma, e rivolgersi proprio a lei.
Tutti i Rusciari hanno stampate nella memoria le vostre immagini. Sono sicura che tutti i ragazzi vi ricorderanno, quelli che prima giravano in bicicletta e quelli che oggi girano con il cellulare. Tutti e due seduti sulla vostra panchina nel vicoletto: Peppe con i suoi grandi guantoni e il lungo filo per l’ossigeno, indispensabile alla sua sopravvivenza, tu, Irma, lì accanto, con un largo cardigan d’inverno o una lunga veste estiva.
Peppe & Irma promuovono la nostra iniziativa #quandovogliociritorno (anno 2017)
Prima che gli anni si sommassero inesorabilmente l’uno sull’altro, togliendogli la possibilità di lasciare l’ossigeno anche per poche ore, non c’era giorno in cui non percorrevate le vie del nostro Ruscio, anche per più volte al giorno, con passo lento e sereno, l’uno vicino all’altra; poi la malattia lo ha costretto a casa, ma a tutti noi questo dava la certezza che scendere lungo il vicoletto volesse dire trovarvi lì, con la televisione accesa a tutto volume, oppure fuori a chiacchierare. A testimonianza del grande amore che vi legava, non abbiamo più visto passeggiare neanche te, che non hai più lasciato tuo marito da solo. E ancora.. quando ad Agosto passavamo in processione puntualmente vi trovavamo lì dietro alle vostre finestre, uno a destra e l’altra a sinistra, ben vestiti e coperti fino alla testa, colpa di quella confusione termica dovuta alla vecchiaia.
Gli eventi del terremoto vi hanno resi più vulnerabili e così tutta la comunità rusciara vi ha ospitato di buon grado all’Asilo, un tempo porto sicuro per i bambini. La vostra caratteristica casa paesana su più piani non era sicura e così avete cominciato a passare gli inverni in città da Annunziata. Il ritorno in primavera era una gioia per tutti, anche e soprattutto per nonna Giulia, che durante l’inverno metteva da parte le caramelle da regalare a Peppe.
Quest’anno aveva deciso di non allontanarsi e di passare la stagione più fredda e nevosa dell’anno in casa sua. Ruscio gli aveva dato i natali e lo ha dolcemente accompagnato anche durante gli ultimi attimi di questa vita terrena.
Se ne va un altro pezzo della comunità che ha costruito il paese, nostra preziosa eredità; se ne è andato un capitolo di storia e di memoria; quella memoria non scritta che non potrà più raccontarci dei tempi che furono, che non potrà più rispondere alle nostre curiosità sul passato..
L’inconfondibile risata di Peppe nasceva da un volto sempre sereno, mai arrabbiato; la sua voce squillante, che si faceva sempre più alta con la televisione accesa, la sentivamo da lontano, soprattutto quando le partite di calcio accendevano tutto il suo entusiasmo; e il vicolo era una parte viva di Ruscio di sotto.
Ti salutiamo con grande ammirazione verso l’esempio che sei stato, un esempio di amore semplice e incondizionato e di rispetto profondo verso la vita, la moglie, i figli, verso quel valore unico che è la famiglia; un esempio di lavoro e sacrifici.
A Ruscio la campana non ha più rintocchi, ed il silenzio a volte sembra mimare la solitudine di un paese che si è trovato a salutare tristemente tanti cari compaesani; siamo comunque certi che la positività ed il sorriso che da sempre ti hanno contraddistinto ci aiuteranno nei momenti di malinconico ricordo di tutti Voi.
Ciao Peppe.