La Redazione de “La Barrozza” aveva gia’ contribuito alla raccolta dei ricordi e delle memorie di quanti partirono da Ruscio, dalle proprie case, alla volta delle piu’ disparate destinazioni, per cercar, come si diceva, fortuna all’estero. Il primo “Quaderno di Ruscio”, realizzato da Salvatore Paolini, ci descrisse la nascita di un’altra Ruscio in America; un bellissimo articolo-reportage da Trenton, grazie alla ricerca di Isidoro Peroni, addirittura pubblicato bilingue, in italiano ed inglese, ci racconto’ la dura vita da emigrante. Oggi pubblichiamo un’altra storia di nostri compaesani che, addirittura nella lontana Colombia, ricrearono il proprio nucleo familiare, continuando la stirpe dei rusciari nel mondo. Molto ancora c’e’ da scrivere: dei Gervasoni in Australia, dei Vannozzi in America, prima che la loro testimonianza sia dispersa dal lento, ma inesorabile, trascorrere del tempo!
Nell’anno 1950, Pietro Peroni, di Augusto e di Letizia Baldarossi, conobbe Rosita Cadavid Villegas, giunta a Roma in occasione dell’Anno Santo, proveniente da Medellin, seconda citta’ per importanza industriale e culturale della Colombia.
Fra i due giovani nacque una cordiale amicizia che, con il trascorrere del tempo, si trasformo’ in un intenso e sincero amore. La situazione sentimentale creatasi, indusse i due, per meglio conoscersi, a ritardare di alcuni mesi il ritorno in Colombia, avvenuto, poi, nell’ottobre del 1950, previo permesso dei genitori.
Dopo cio’, Pietro, spinto dal desiderio di raggiungere la fidanzata, accellero’ gli studi universitari, sostenendo gli ultimi due esami e laureandosi in giurisprudenza nel luglio del 1951, all’eta’ di 25 anni.
Colmo di gioia, Pietro, finalmente, s’imbarco nel mese di agosto dello stesso anno sulla nave “G. Verdi” che, dopo quindici giorni di navigazione, lo sbarco’ in Colombia, nel porto di Buonaventura, situato sulle sponde del Pacifico.
Giunto, finalmente, a Medellin, fu accolto con affettuosa amicizia da tutti i parenti di Rosita. Alla fine di ottobre, i due innamorati convolavano a nozze, con una sontuosa cerimonia religiosa.
Pietro si diede subito da fare per inserirsi nel mondo del lavoro, aiutato anche dal suocero che, subito, mostro’ considerazione e stima nei suoi confronti.
Chiamato dal Rettore dell’Universita’ di Medellin, gli fu proposta l’assegnazione della cattedra di diritto romano, che Pietro subito accetto’.
Fu presentato dal Preside della facolta’ stessa ai numerosi studenti, ai quali, fra l’altro, fece presente essere un grande onore ascoltare le lezioni di diritto romano dalla viva voce di un romano!
Pietro aveva imparato abbastanza bene la lingua spagnola, nei mesi trascorsi a Roma con Rosita.
Terminato l’anno accademico, lascio’ l’insegnamento, per iniziare l’attivita’ industriale con molto timore, ma anche con grande entusiasmo.
Senza pensarci piu’ di tanto, avvio in Medellin, una fabbrica per la produzione di tappeti di lana, cotone e di acrilico, molto richiesti in Colombia, nonche’ una tintoria industriale per la colorazione dei tappeti stessi.
In occasione della visita pastorale in Colombia, nell’anno 1968, di S. S. il papa Paolo VI, fu richiesta alla “Textiles Peroni ltda”, da parte delle autorita’ locali, la confezione di circa 100 metri quadrati di tappeti di lana, per l’arredamento del palco papale in Bogota’.
Con il trascorrere degli anni nacquero a Pietro, dal matrimonio con Rosita, sei figli: cinque femmine un maschio.
La discendenza dei Peroni in Colombia era salva con la nascita, nel luglio 1956, dell’unico maschio – cui fu dato il nome del nonno Augusto – il quale, oggi, e’ padre di due figli: Stefano di 21 anni, e Pedro, di 23, nonche’ della figlia Camilla (24 anni), sposa felice e attualmente residente in Bogota’.
I nomi delle cinque figlie di Pietro sono: Maria Paola, Maria Teresa, Silvia, Elena e Claudia, felicemente sposate con figli, ad eccezione di Maria Teresa, che si e’ dedicata ad intensa attivita’ religiosa, quale devota seguace dell’Opus Dei.
Nella vita familiare, Pietro, e’ sempre stato un padre amorevole, colmo di affetto verso i figli e loro ottimo educatore.
Conseguita la stabilita’ economica e soddisfatto del lavoro che procedeva abbastanza bene, decise di compiere un viaggio in Europa, e particolarmente a Roma, per rivedere la madre ormai vedova, il fratello Silvio e le sorelle.
Con l’ occasione propose loro, al fine di ricomporre in parte la famiglia di Augusto Peroni, il definitivo trasferimento a Medellin della madre, del fratello Silvio e della sorella Anna, ancora nubile.
Rientrato in Colombia, Pietro, al fine di ampliare la sua attivita’ industriale, fece un sopralluogo nelle estese piantagioni di cotone colombiano, per accertarne la qualita’.
Tornato a Medellin, attuo’ l’audace piano di creare uno stabilimento industriale per la lavorazione delle fibre tessili, avendo a disposizione la materia prima necessaria per una elevata e qualificata produzione.
Nacque cosi’ la filanda di Textiles Peroni, in aggiunta alla fabbrica di tappeti e alla tintoria, il cui lavoro, oltre ai tappeti, si era esteso anche ad altre varieta’ di articoli.
Finalmente, nella primavera del 1957, giunsero, per stabilirsi definitivamente a Medellin, Silvio, con la madre Letizia, e la sorella Anna.
Silvio si dedico’ subito all’attivita’ commerciale, aprendo un negozio con esposizione e vendita di mobili, nel centro della citta’.
In un secondo tempo, convolo’ a nozza con Graziella Rosa, architetto e italiana di nascita. Dal matrimonio nacquero due figli: Letizia e Francesco, oggi, avvocato libero professionista.
Silvio, a seguito del suggerimento del fratello Pietro, abbandono’ l’attivita’ commerciale, per entrare a far parte del complesso industriale tessile, con l’incarico di direttore responsabile della produzione e del personale, con Pietro sovrintendente.
Era, ormai, nata in Medellin una industria a livello quasi nazionale, da portare avanti con efficienza, intelligenza e intenso lavoro.
La stirpe dei Peroni in Colombia, aumento’ di un’altra unita’ con l’arrivo a Medellin, nel settembre del 1957, di Giulio Peroni, figlio di marco, nonche’ cugino carnale di Pietro e Silvio.
Senza pensarci troppo, Pietro lo introdusse nel mondo del lavoro, collocandolo nella fabbrica di tappeti con la qualifica di addetto alla sorveglianza.
Tale incarico duro’ soltanto due mesi, in quanto, Giulio, assunse la rappresentanza, per la vendita in Colombia, di macchine tessili italiane, atte a confezionare articoli di maglieria e calzetteria.
Sposato con Marta Ofelia Gomez, schiettamente colombiana, e’ padre di Marco, di 28 anni, attualmente giornalista, nonche’ conoscito ed apprezzato autore di cruciverba e di Andrei, di 26 anni, direttore del Ristorante ”Il Tramezzino”, ideato dalla madre e considerato uno dei migliori ristoranti, con cucina prettamente italiana.
Mentre Silvio si occupava della filanda, con ottimi risultati, Pietro seguitava il suo intenso lavoro nei tre complessi industriali, non tralasciando di occuparsi personalmente della amministrazione, con la collaborazione di varie impiegate.
Di elevata educazione e cultura, Pietro era rispettato e benvoluto per la sua onesta’ e rettitudine nel lavoro, nei rapporti sociali e, in particolare, con le maestranze.
Andava d’accordo con tutti i componenti della colonia italiana, con i quali parlava con amorosa saggezza e cordiale amicizia. Spesso e’ stato determinante nella risoluzione di casi incresciosi degli emigranti italiani.
In definitiva era una persona rassicurante per gli italiani, in una terra cosi’ lontana dalla patria. Era il simbolo dell’amore per l’Italia ed era anche la persona piu’ adatta e meritevole per ricevere la nomina di Console Onorario italiano a Medellin.
Purtroppo, colpito dal solito male incurabile, Dio lo richiamo’ in cielo il 27 ottobre 1987, lasciando nel dolore Rosita, moglie amorevole e affettuosa, che lo ha reso felice tutta la vita, e reso padre per ben sei volte.
Ed ora, a chiusura di questa breve cronaca del passato, permettetemi alcune riflessioni sulla figura di Pietro Peroni:
· Ha vissuto con semplicita’ e pensato con saggezza.
· Ha fatto sempre del bene in quanto era capace di sopportare l’ingratitudine.
· Ha conosciuto nella vita la verita’, non solo con la ragione ma anche con il cuore.
· Ha sempre trovato scintille di felicita’ nel cuore della gente.
· Ha avuto chiaro il proprio doman fatto di speranze, di illusioni, di sogni, ma soprattutto di doveri.