Il legame dei nostri monti con la festa della Venuta è sicuramente molto antico e anche quest’anno il rito si è ripetuto e il fuoco a Ruscio, come anche a Monteleone e Trivio, si è acceso per rischiarare la strada agli angeli nel trasposto della santa casa.. E poi giù anche a Cascia fino al nursino.
Ma quest’anno oltre alla rappresentazione di una tradizione ormai radicata nel tempo, il fuoco ha assunto indubbiamente un significato particolare considerando la difficile convivenza del momento con il sisma che sembra non voglia abbandonare queste valli.
Il gruppo dei fuochisti (aiutati anche dai piccoli Patrizio, Diego, Dario, Andrea che cominciano a familiarizzare in una sorta di iniziazione) ha voluto assicurare al paese una notte all’insegna dello stare insieme e della convivialità per continuare a sentirsi comunità nonostante tutto.
Grazie quindi a tutti coloro che alacremente hanno lavorato e grazie anche a quanti hanno deciso di esserci, comunque, come testimoni di questo momento benedetto dal fuoco e dai sorrisi.
Perché il paese c’è e non va abbandonato, soprattutto ora
V.R.