Ultimo di sette figli, cinque femmine e due maschi, figlio di Giulio Belli di Ruscio e Filomena Carlini, di origini marchigiane, era nato a Roma il 25 marzo 1938 nel quartiere di San Lorenzo, dove aveva vissuto a lungo.
I due fratelli Belli recentemente scomparsi: Claudio (a sinistra) ed Enrico. (Arch. Privato Fam. Belli)
Da giovane aveva gestito per molti anni il bar-pizzeria di famiglia in viale dello Scalo San Lorenzo.
Di quel periodo gli piaceva ricordare come l’attività fosse un punto di incontro e di ritrovo e come, su sua richiesta, tra i primi a Roma, fossero approdati nel suo locale, un flipper ed un juke-box con le belle canzoni dei primi anni sessanta. Nelle notti insonni degli ultimi tempi ripercorreva di frequente con “viaggi virtuali”, come lui li chiamava, le strade ed i vicoli del suo vecchio quartiere rivisitando le antiche botteghe di artigiani e i negozi di una volta, ora non più presenti.
Amava profondamente la sua città e gli piaceva passeggiare per le sue strade ammirando i segni della storia e le infinite bellezze. Nello stesso tempo era fortemente legato a Ruscio, alle tradizioni ed alle usanze di un tempo, alla vita semplice della piccola comunità ed alla familiarità dei rapporti.
Non aveva mai mancato un appuntamento con il suo paese, se non nell’ultimo anno. Ruscio era il suo punto di riferimento, i suoi ricordi, la sua gioia. Ci ripeteva sempre che alla fine non c’era un posto migliore dove trascorrere periodi di riposo, per quanto si potesse cercare.
In piedi da sinistra Giulio Belli, padre di Claudio e a destra Gaetano Belli padre di Velia e Nella (mamma di Pierpaolo e Donatella Vannozzi); accosciato tra i due Claudio Belli da ragazzo. (Arch. Privato Fam. Belli)
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Claudio Belli (Arch. Privato Fam. Belli)
Gli piaceva raccontarci fatti e aneddoti di cose e persone di un tempo passato; delle sue origini e delle storie della sua famiglia; della vita da piccolo nella vecchia casa paterna costruita nell’anno 1800 dall’antenato S.B. (Simone Belli) e del significato delle parole “Moderata Durant” incise sull’arco del portone.
Lo rivediamo alla guida della “mitica” Renault4 gialla nei frequenti viaggi, in ogni stagione dell’anno, per condurci fiero e pieno di entusiasmo al nostro paese del cuore.
Grande era la voglia di Ruscio di nostro padre e tanti sono i ricordi legati al piccolo paese.
Gli siamo grati per averci trasmesso, tra le altre cose, la passione e l’amore per questo luogo.
Simona, Lorenzo, Francesco