Chissa’ per quale motivo i numeri “tondi”, quelli che terminano almeno con uno zero, acquisiscano un significato a tal punto particolare, da farli “celebrare” come un evento speciale, degno di una menzione, commemorazione, e, nei casi piu’ eclatanti, di una lapide o di un monumento, magari a cavallo.
Ben consci di tale malia che esercitano i numeri ordinali “tondi”, pur tuttavia non possiamo certo esimerci dalla rituale celebrazione di questa “tondita”.
Nello specifico si tratta della trentesima edizione delle Rusciadi. Gia’, non spaventatevi per il tempo che passa, ma dal 1974 ad oggi si sono svolte ben 30 edizioni.
Le Olimpiadi di Ruscio = Rusciadi. Il tutto nasce da una idea di due signori, Gianni Zaralli e Renato Peroni, subito affiancati da Mauro Ventura.
Far divertire i piccoli di Ruscio, inculcando i principi decoubertiani della leale competizione e della sportivita’.
E, dopo lunghe nottate a scegliere le batterie di “atleti” che potessero essere quanto piu’ equilibrate possibili in base non solo dell’eta’, ma della corporatura e attitudine ginnica, si giungeva alle fatidiche giornate delle eliminatorie, ben due giorni, e solo i piu’ meritevoli arrivavano al fatidico 15 agosto, giorno delle finali. Le gare: salto in alto, in lungo, lancio del peso, staffetta, i mitici 60 metri piani e ostacoli. A proposito degli ostacoli: allora come oggi li aggiusta, vernicia e li prepara al grande giorno, il nostro Angelo Peroni.
Nessun vero Rusciaro, nato dagli anni 60 in poi, potra’ dire di non avervi partecipato e di non sentirsi orgoglioso vedendo i propri figli salire i gradini del medesimo podio che ambito anche loro!!
Nel corso degli anni l’organizzazione ha passato il testimone a generazioni piu’ giovani, come una squadra di staffetta ben affiatata, ciascuna portando piccole e importanti innovazioni. Su tutte, da non passare sotto silenzio, i diplomi di partecipazione dipinti a mano da Luciana Peroni, la cerimonia di apertura, con la partecipazione del saggio ginnico delle ragazze di Ruscio, preparate da Elisabetta Ottaviani, consulente speciale per lo sport della nostra Associazione.
E anche se la “modernita’” ha portato svaghi e divertimenti piu’ sofisticati, ma forse meno.. divertenti e educativi, il fascino delle Rusciadi resiste al tempo che passa.
Chi non ricorda l’emozione di vedersi appuntare il pettoralino con il numero di gara, sentire il proprio nome all’altoparlante (preso in prestito dal campanile di don Sestilio).
“Categoria Cerbiatti maschile, gara 60 metri piani, ai blocchi di partenza gli atleti….” Un anno il via veniva dato addiritttura da un vero colpo di pistola!
E poi la gara, lo sforzo fino allo spasimo, le grida di incitamento del folto pubblico presente e l’arrivo.
E poi, la premiazione. Come tremavano le gambe nel salire i gradini del podio! E poi le rituali congratulazioni del presidente o di un consigliere della Pro Ruscio e la medaglia!!
E siamo sicuri di una cosa: nulla ha piu’ valore di una medaglia conquistata durante le Rusciadi. Ne e’ la prova il fatto che nelle settimane seguenti potrai sicuramente incontrare in giro per Ruscio, bambini con ancora al collo la loro medaglia: ci hanno anche dormito!!
E ricordate le prime medaglie? Gia’ quelle di legno, realizzate “affettando” un tronchetto di cerro da ardere, con una spruzzatina di colore dorato? Chi potra’ dimenticarle?
Per queste emozioni indimenticabili, per questa esperienza che accomuna padri e figli, grazie agli ideatori Gianni, Renato e Mauro; a tutti gli atleti che hanno partecipato e che parteciperanno nelle numerose edizioni future; grazie Rusciadi!!!