Anno di rinascita per le molte iniziative portate a termine nel nostro paese, dopo i due anni di passione per il COVID. Si sono rianimati i luoghi, l’ambiente si è riscaldato e le persone hanno ricominciato ad assembrarsi, ad avvicinarsi le une con le altre. Se ci fate caso, quando a Ruscio parlate con qualcuno, di solito ti accarezza, ti chiede come stai, ti dà una pacca sulle spalle o ti abbraccia. Il contatto fisico è parte della comunità e non è per niente scontato. Tutto ciò crea calore, vicinanza e permette a tutti di esprimersi secondo la propria natura. Come ho già scritto a Ruscio ci sono tanti poli di aggregazione, si diventa alternativamente leader o gregario in funzione delle situazioni, in un’ottica di collaborazione e di condivisione. Se qualcuno pensa che tutto ciò sia scontato sottovaluta quello che ha sotto mano, perché come dico sempre a mia moglie: “Chi non sta bene a Ruscio, non può stare bene da nessuna parte”.
I testi donati dal Prof. Enrico Fuselli all’Archivio della Memoria di Ruscio
Perché dico ciò? Perché anche quest’anno si sono tenuti degli spettacoli che hanno coinvolto tutti, creando quello spirito di gruppo che caratterizza la nostra comunità. Andrea Antonelli ha preparato lo spettacolo “Spillo canta Roma” per un anno. La dedizione, l’impegno, la cura con cui ha preparato lo spettacolo, che si è svolto in una magnifica cornice che sembrava uno scorcio di Trastevere, ha reso la serata indimenticabile. Una di quelle cose che racconteranno anche tra vent’anni.
Sedici persone di coro, tutte motivate, cariche e incuranti del giudizio del pubblico, si sono riunite per vari giorni per provare i vari pezzi. L’asilo ha visto un via vai di amici e amiche che si sono avvicendati per imparare i ritornelli, gli attacchi e gli stacchi delle più popolari canzoni romane. Il risultato devo dire che è andato oltre le aspettative con grande successo decretato dal pubblico che è accorso numeroso. A occhio e croce circa un centinaio di persone, che sono venute anche da altri luoghi di villeggiatura.
Lo spettacolo, che va replicato anche altrove, ha visto la partecipazione di due anfitrioni di eccezione: Pierpaolo e Simona. Il primo, ricordando la storia di Ruscio e delle iniziative portate avanti tanti anni fa; quando Pierpaolo racconta gli spettacoli preparati in piazzetta negli anni Ottanta viene difficile pensare che tutto ciò era frutto della fantasia e dell’impegno di ragazzini di sedici-diciotto anni, dotati di una maestria e una maturità veramente fuori dal mondo. Simona ha magistralmente illustrato alcuni scorci di Roma, da guida turistica di altissimo livello. Consiglio a tutti di seguire le sue escursioni guidate al centro di Roma perché sono veramente un piacere per la mente.
Altro spettacolo che ormai è diventato un must per l’asilo è il Musiquiz, secondo la formula che mescola gioco musicale a quiz, con competizione tra due squadre, in cui c’è karaoke e concertino con musica dal vivo. L’abbiamo preparato in pochi giorni grazie anche all’affidabilità del maestro Pino Zaralli alle tastiere e pianoforte, che ogni anno schiavizzo con tour de force che lo mettono in ansia. Mi chiama “Mussolini” per la mia grande disponibilità e attitudine all’ascolto. Infatti, non me lo filo e proviamo imperterriti fino a che non viene fuori qualcosa di ascoltabile.
Il gruppo, a cui sono legato da stima e affetto, può contare alla disponibilità di Stefano Angelini, che canta e suona, sulla voce di Beatrice Peroni che prima o poi porteremo di forza ad un’audizione di X-factor. Di solito, Spillo fa parte della squadra, ma quest’anno è stato tra il pubblico a molestare con Mario, che le indovina tutte. La partecipazione di tutto il pubblico, che poi è il vero motore dello spettacolo è stata massiccia e coinvolgente. Più o meno tutti si sono buttati a cantare, a fare caciara. Missione compiuta.
Per le attività più strutturate in termini di contenuto, cioè le mini-conferenze su un’area tematica, hanno visto Marco Ventura impegnato in una lezione su come si valida una scoperta scientifica. Mai come oggi c’è bisogno di questo genere di divulgazione di alto profilo per riportare nel dibattito pubblico i fondamenti della scienza. Troppo spesso si sente parlare in modo talebano della scienza, come se essa si alimentasse di certezze invece che di dubbi, di posizioni intransigenti invece che di scambio di opinioni. Qualsiasi dato, in sé, non dice nulla se non viene inserito all’interno di una cornice di comprensibilità. D’altra parte quando Galileo Galilei voleva spiegare al cardinale Bellarmino che era la Terra a girare intorno al Sole, il serafico porporato rispondeva: “Ma scusa, non lo vedi che noi siamo fermi e il Sole si muove nel cielo?”. Comunque, poi lo convinse con le cattive, dietro minaccia di farlo bruciare vivo. A modo suo, anche lui faceva della scienza.
Last but not least, la serata su Dante Alighieri, che ripeterò per le prossime sette/otto stagioni, analizzando le varie parti della più grande opera scritta da un umano. Questo 2022 ha visto il commento del XXVI canto, quello di Ulisse. Come da format, si è illustrata dapprima la vita di Dante, poi il contesto letterario dell’epoca, quindi il concetto di leader, seguito dalla parafrasi dei versi e infine dalla declamazione a memoria dell’intero canto.
Un’ora e dieci di spettacolo, ma la cosa che mi ha colpito è che con la citazione dell’ultimo verso nessuno si è alzato, con una serie interessante di domande, obbligandomi a ricominciare la spiegazione di un altro canto, il III, quello degli ignavi. Dato che non potevo “spoilerare”, l’oggetto della prossima stagione, ho solo dato un piccolo accenno e alle 23 siamo usciti dall’asilo.
Più giovani di prima.