Ruscio… dal frusciante nome etrusco…

By proruscio

[…] La Sibilla era solo l’inizio. Entravo in un territorio a sud-est dove l’invisibile prendeva il sopravvento.
Dopo le balene volanti e gli elefanti di Annibale incontrati in terra padana, ora si svegliavano caverne ed acque sotterranee.

I paesi dai fruscianti nomi etruschi – Viesci, RUSCIO, Cascia, Pescio – dicevano che altri dei abitavano montagne e sorgenti e che i presidi della cristianità come la Madonna della Neve o Santa Maria in Gallo erano messi lì solo per tenerli a bada.

Finivano le cattedrali, cominciava uno sterminato Monte Athos pieno di eremi; i santi diventavano un esercito e il sacro tutt’uno con il territorio. Nella gola solitaria del fiume Corno … […]

Paolo Rumiz, La leggenda dei monti naviganti, Feltrinelli Editore, Milano, 2019

 

 

Segnalato dal Consigliere Giorgio Di Domenico, fulminato davvero nel corso della lettura del libro del triestino Paolo Rumiz, leggendo il nome del nostro amato Ruscio.

Il racconto del viaggio nelle cosiddette Aree Interne Nazionali, stava indugiando nei pressi di Norcia e Cascia, con un lungo soffermarsi intorno alla storia di Villa Pulcini. Le montagne, sapori e colori erano i nostri, ma mai avremmo pensato di incontrare, seppure di sfuggita, in un inciso, una citazione di Ruscio, definito dal frusciante nome etrusco!

Inutile dire che il testo e’ gia’ stato acquisito nell’Archivio della Memoria di Ruscio. 

Abbiamo forse bisogno di ulteriori prove dell’unicità del nostro piccolo paese? Della sua parte, seppur infinitesimale, nella storia e tradizione della nostra Italia? Direi di no!.

Sta a noi custodirlo nel migliore dei modi per le generazioni future. Trite e melense ormai frasi del tipo… “non abbiamo avuto in eredita’ dai nostri padri ( la nostra natura, storia, arte….), ma in prestito dai nostri figli…” non ci stupiscono piu’ né aggiungono nulla alla sostanza della grande responsabilità che la nostra generazione ha in termini di gestione del patrimonio naturale, storico ed artistico.

Non serve molto per allinearsi a un buon modo di vivere, alla cosiddetta “manutenzione amorosa” – vi consigliamo, come segnalatoci dal Consigliere Federica Agabiti qualche tempo fa, di cercare tale definizione su internet, anzi cliccate pure QUI – trattiamo Ruscio come gestiamo la nostra casa.

Con amore, cura e lungimiranza!

 Del resto, la frase di Cesare Pavese che fa bella mostra di sé infissa sull’Asilo di Ruscio, racconta l’amore per il proprio luogo … letteralmente pro loco…: “Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".

Non diamo una interpretazione, per cosi’ dire passiva: “Torno a Ruscio e c’e’ qualcosa che mi aspetta”, Ma anche e soprattutto attiva: “c’e’ qualcosa che ho fatto e sta lì ad aspettarmi, che, responsabilmente ho compiuto per migliorare il mio paese, per far si che, durante la mia assenza, il mio paesecontinui a vivere e a prosperare!

… Ruscio… dal frusciante nome etrusco…