Al passo con i tempi, Ruscio ha il sito internet della Pro-loco, la stazione metereologica e altre varie tecnologie, ma tutte queste cose non alterano e non devono alterare la dimensione “paesana”, quella che ci fa sentire a contatto con situazioni diverse da quelle che viviamo in città.
A conferma di questo, per esempio, un fatto particolare di questa estate: a Ruscio c’era la volpe che mangiava le galline. Sembra un racconto di altri tempi ed invece è stato così in tre pollai è arrivata la furba volpe che ha placato la sua fame infierendo sulle vittime. Pollai stravolti, uova fresche scomparse e volpe che poi si aggirava indomita vista, ma non catturata, di sera, anche al bivio della strada statale per Ruscio, Rescia, Trivio.
Un’altra considerazione interessante è venuta fuori guardando lo spettacolo, quasi elegiaco del gregge che generalmente pascola nei campi vicino S. Maria. Singolare è infatti la “gestione“ del gregge. Quando è necessario “restrigne lu brancu”, ad un richiamo particolare del pastore, c’è un cane, non da guardia, ma proprio con questo compito che parte, come una freccia, comincia a spingere abbaiando e anche mordicchiando le flemmatiche pecore fino a quando tutto il gruppo si è ricompattato. E non si tratta di 5 o 10 ma di 100 e oltre pecore. Incredibile la capacità e la tempestività di questo cane, un ruolo così grande svolto da un cane solo.
Passando poi allo scenario paesaggistico, con meraviglia abbiamo visto che è mutata la cima del Monte Cornuvole. Vicino ai bianchi massi, forse antichi residui di qualche torre che da secoli si protendevano nel cielo, da qualche anno c’era meno nitidezza, e i massi sembravano un po’ offuscati. Ma quest’anno si è visto bene, sulla addolcita cima del Cornuvole, proprio tra i massi, è nato un gran cespuglio, bello e imprevedibile, vista l’altitudine, ben visibile da Ruscio. Tutto è in cammino.
L’avanzata del verde è inarrestabile. Ha modificato anche un altro punto di riferimento dei nostri monti “lu casalittu” del monte Ato. A mezza costa infatti si ergevano i resti di una graziosa volta, forse un antico riparo per i pastori. Questi resti interrompevano la ripida salita che porta alla prima cima. Ora il verde ha completamente soffocato la costruzione, e “lu casalittu” è diventato bosco. Come si vede nei documentari… la foresta ha coperto gli antichi resti di un tempo. E questo succede anche da noi.
I tempi che cambiano, cani che guidano, volpi che azzannano, cose singolari di cultura contadina e di bellezze naturali, cose che vediamo al nostro paese, perché Ruscio per piacere, è anche un paese.