Ruscio in lutto

By proruscio

Lo scorso 6 novembre, a Caserta, il vicebrigadiere nell’Arma dei Carabinieri, Emanuele Reali, trentaquattro anni, in servizio presso il Nucleo Radiomobile della Compagnia di Caserta e’ caduto nell’adempimento del proprio dovere, travolto da un treno che sopraggiungeva mentre si prodigava nell’inseguimento di un malvivente.

 I funerali si terranno a Piana di Monteverna, paese di origine della moglie, domani 8 novembre. 

 Il Presidente e i Consiglieri tutti, Soci, amici e tutta la comunita’ di Ruscio si stringono con affetto alla giovane sposa Matilde e alle sue due piccole figlie, al padre Vittorio, alla madre Dina, agli zii Piero, Gianni, Franco, Fabio e Antonella e ai suoi cugini.

 

 

 

 

Riportiamo un breve articolo pubblicato l’8 novembre su Corriere della Sera, a firma di Massimo Gramellini.

 
Si chiamava Emanuele

 Si chiamava Emanuele e stava facendo il lavoro più inutile del mondo. Arrestare un ladro di appartamenti che, ai sensi del comma x della norma y, il giorno dopo sarebbe tornato in libertà. Si chiamava Emanuele e indossava la divisa di vicebrigadiere dell’Arma. Aveva intercettato il malvivente in un parco. Nella concitazione dell’inseguimento, aveva scavalcato un muretto ed era scivolato sui binari bagnati della stazione di Caserta, accanto a un passaggio a livello,  proprio mentre irrompeva un treno regionale che non aveva potuto evitare l’impatto. Erano le otto di sera. Faceva buio.

Si chiamava Emanuele e  aveva trentaquattro anni, due figlie piccolissime, una moglie giovane e due genitori invecchiati di colpo. I carabinieri finiscono in prima pagina solo quando saltano su una mina in qualche guerra o quando picchiano un inerme in qualche carcere. Simboli estremi del bene e del male. Emanuele, così si chiamava, aveva inseguito e arrestato tanti ladri, ma in prima pagina non c’era finito mai.

Anche la sua morte, in fondo, è stata così assurdamente ordinaria da meritare poco più di un trafiletto nelle cronache locali. I suoi colleghi scrivono che le autorità non gli intitoleranno né una strada né una piazza e che a breve il suo nome non lo ricorderà più nessuno.

Invece si chiamava Emanuele Reali e così si chiamerà per sempre. Finché ci sarà un carabiniere che insegue un ladro al buio, su una strada bagnata.