Una strada racconta
Fin da quando l’uomo è stato creato ha avuto la necessità di muoversi per cercare cibo, acqua e altre necessità di cui aveva bisogno.
Ma per fare ciò, occorrevano vie di comunicazione. Possiamo immaginare che all’inizio in un ambiente aspro e irto di difficoltà, queste vie erano costituite da tratturi formatisi dal passaggio di mandrie di animali di ogni tipo e stazza.
I lavori di costruzione del Ponte sul fiume Corno (arch. Agabiti)
Eppure, malgrado tutte le insidie e i pericoli che ha dovuto affrontare nel corso dei secoli, l’uomo, supportato dalla sua superiore intelligenza, è riuscito a far prevalere il suo istinto di sopravvivenza, moltiplicandosi ed espandendosi fino ai giorni nostri.
Durante questo lungo itinerario ha sviluppato una costante evoluzione, sia caratteriale che d’inventiva, allargando continuamente le sue attività alla base delle quali non poteva che esserci una rete di vie di comunicazione.
Dopo l’invenzione della ruota, che ha portato alla creazione di vari mezzi di trasporto vieppiù sempre più grossi e più potenti, cosa che ha richiesto un continuo adeguamento della rete stradale fino alla dimensione attuale.
Non c’è bisogno di evidenziare l’importanza di queste strutture, però io voglio parlarvi di una piccola e umile strada, che è stata testimone e parte importante della vita e delle vicende della popolazione e dei paesi dei nostri circondari da essa lambiti o attraversati.
Questa strada, come dal titolo, è la S.S. 471 di Leonessa, o, meglio, ex S.S., in quanto da qualche anno è stata rubricata come Strada Regionale 471 di Leonessa e pertanto la sua sigla è: S.R. 471.
Quanto di voi lettori, o, anche abitanti dei paesi attraversati, conoscono il percorso totale, la lunghezza e l’importanza avuta anche nel passato, da parte di questa arteria?
Essa ha inizio nel Comune di Cascia, precisamente a Serravalle, dall’allaccio alla S.S. 396 di Norcia, e termina in Abruzzo nel Comune di Montereale (945 m. s.l.m.), dove si innesta alla S.S. 260 Picente o Alto Aterno. La sua lunghezza è di Km. 62.
Attraversa tre regioni: Umbria, Lazio e Abruzzo.
Dal 2001 la sua gestione dall’Anas passa ai seguenti enti: il tratto umbro alla Regione Umbria, che poi ha devoluto le competenze alla Provincia di Perugia; il tratto Abruzzese è passato alla gestione della Provincia dell’Aquila. Nel 2002 è poi avvenuto il passaggio del tratto laziale alla Regione Lazio, che ne ha affidato la competenza alla Provincia di Rieti, e questa ha delegato in sua vece la società Astral.
Non sono a conoscenza della data iniziale ma fino al 1861 ha attraversato due stati: lo Stato Pontificio da Cascia a Monteleone di Spoleto, e il Regno delle Due Sicilie da Leonessa fino al termine di Montereale.
La linea di confine era situata all’altezza di Ruscio, ove aveva sede una dogana dello Stato Pontificio, segno che fra i due territori si svolgevano scambi commerciali con conseguente importante transito di merci.
E il suo percorso?
Partendo da Cascia lambisce Monteleone ed entra nel territorio laziale raggiungendo Leonessa ove incrocia la S.S. 521 di Morro; proseguendo verso est, dopo aver superato le frazioni di S. Clemente, Albaneto e Favischio, attraversa, all’altezza di Posta, l’importante S.S. 4, via Salaria. Dopo 4 Km. raggiunge Borbona che attraversa per circa 1 Km., nella su parte in piano. Dopo ancora 4 Km., penetra in Abruzzo dove dopo 2 Km. circa, scorrendo lungo la frazione Ville di Fano, arrivando 8 Km. dopo, nel comune di Montereale, e qui termina il suo percorso con l’innesto alla S.S. Picente.
Questa è la nostra 471, a cui si allacciano tanti ricordi delle nostre vite vissute.
E fra i tanti, come non ricordare che essa è stata, negli anni a cavallo fra il 1800 e 1900, il punto di partenza verso i porti di imbarco, di tanti nostri compaesani (fra cui mio padre), che emigravano verso le americhe con il cuore pieno di speranza di poter migliorare la loro situazione economica, ma con gli occhi pieni di tristezza mentre dalla corriera rivolgevano un ultimo sguardo al loro paese, che scompariva dietro la prima curva. Come è ancora vivo nella memoria di noi anziani, il periodo drammatico dell’ultimo conflitto mondiale e dei numerosi tragici episodi che su di essa sono accaduti.
Ma essa è stata, ed è tutt’ora, supporto indispensabile per il progresso civile ed economico delle nostre contrade, e di questo gliene siamo grati.