Una giornata particolare

By proruscio

Pomeriggio del 9 dicembre: lungo il fossato di Ruscio numerose persone sono all’opera per innalzare una bella pira, si nota un passarsi di mano di fascine e bicchieri di vino, c’è molta allegria, i curiosi commentano, qualcuno tenta di impartire direttive tecniche, le prime ombre della sera incalzano questo lavoro diffuso, finché l’opera non viene portata a termine.

Fa un bell’effetto vedere questa piramide lignea che ben presto arderà, inondando il paese di chiarore e calore.
Il focone anche quest’anno rinnova le sue antiche tradizioni, e complice un tiepido week-end dicembrino promette emozioni e piaceri a tutti i presenti rusciari.
Quando d’incanto le prime lingue di fuoco lambiscono i ceppi, ci si comincia a radunare tutt’intorno, vocianti e disponibili, a formare un serpente che snoda le sue spire in quel breve spazio, un cocktail di colore rischiarato dalle fiamme che ormai volgono verso gli abissi celesti, sprigionando tante scintille incandescenti saltellanti nell’oscurità di una notte appena agli inizi.

Nei volti e nelle parole dei residenti, che questo spettacolo ogni anno preparano, si coglie l’orgoglio e il piacere di una serata che è comunque diversa, la soddisfazione di offrire uno spaccato di quotidianità d’altri tempi, un porgere prodotti tipici della terra rusciara sapientemente preparati e dosati, in un crescendo gastronomico che alla lunga mette a dura prova la resistenza anche delle migliori forchette presenti all’evento.

I sapori dei cibi confluiscono con il gusto della battuta, dello scherzo, spunta un organetto che contrappunta musicalmente la serata, prima solitario, poi via via sempre più in rilievo, con il coinvolgersi in canti e ricordi.
E’ una serata che ha una sua metrica, lineare senza picchi direi, ma sempre intensa e partecipativa, e mi intriga l’idea di compenetrarsi in una di quelle miriadi di scintille sfarfallanti per godere dall’alto di questa varia umanità, fissata in un incrocio spazio-tempo così diverso dai ruoli consueti.

Last, but not least, il nostro caro amico Settimio, splendido …..enne, per dirla alla Moretti, incorniciato inconsapevolmente dal dipanarsi del suo genetliaco.
Compare a sorpresa una torta enorme, gli auguri si diffondono, si stappano le bottiglie, e un nuovo punto d’incontro si offre alla convivialità della serata.
In un altro punto, i canti ormai si innalzano senza freni, aumenta la partecipazione, si vivono momenti di confusione canora, ma questa sera ogni cosa ha una sua essenza di piacere, e tutto scivola con molta naturalezza per ricongiungersi all’idea originaria di festa.

La mattina dopo qualche rametto ancora arde sotto la spessa coltre di cenere, e l’immagine evoca una certa sazietà, come di chi ripiegato su se stesso ancora gode di attimi e sensazioni appena trascorsi, ma già penetrati nel fluire della nostra esistenza.