Da un po’ di tempo ormai si sta tentando di organizzare, a Ruscio, un cartellone di eventi che coniughi qualità e intrattenimento.
I frequenti contatti con le diverse realtà locali, la fruizione di spazi alternativi al ‘glorioso’ campetto, la possibilità di creare un movimento itinerante sul territorio del comune di Monteleone, sono aspetti che rivelano un impegno progettuale teso al massimo coinvolgimento nel periodo estivo.
Se questa è la premessa, molto lavoro rimane comunque da compiere.
E non solo in una prospettiva di maggior coordinamento fra le realtà volontaristiche presenti in loco, ma anche e soprattutto nel cercare di captare quel sentire generale che dinamicamente trova sempre nuove modalità di espressione.
Fuor di metafora, aleggia fra molti di noi la sensazione che ci sia una sorta di ripiegamento interiore, quasi una rinuncia a fruire del pubblico per rifugiarsi nel comodo rassicurante privato.
Non c’è dubbio che l’attuale momento storico-politico non induce all’ottimismo, ma Ruscio, da sempre, ha rappresentato un punto di incontro irrinunciabile quanto a convivialità, rispetto e partecipazione.
Fin dal ‘manifesto programmatico’ dei primi fondatori della Pro Ruscio, l’obiettivo è sempre stato rappresentato da un ‘mescolamento’ cordiale di coloro che vivono e frequentano il Paese, dalla volontà e capacità di creare atmosfere di coinvolgimento e confronto assiduo e ironico.
Le sensazioni a volte possono anche rivelarsi fallaci, ma i momenti proposti l’estate scorsa, aldilà e oltre la loro natura e la qualità intrinseca, hanno comunque evidenziato una sorta di disaffezione e di stanchezza partecipativa.
Nessuno di noi pensa ovviamente ad adunate oceaniche, ma certo che un velo di delusione e rammarico è passato negli occhi di coloro che autonomamente hanno prestato il loro tempo e la loro voglia nell’organizzare iniziative a beneficio di tutti.
E allora parliamone, tutti noi, civilmente, di come costruire insieme un’atmosfera accogliente, di come continuare a fare di Ruscio un punto di aggregazione e di crescita interiore, di confronto e di divertimento.
E’ un invito, certo, ma l’alternativa che si profila è un rinchiudersi nei nostri splendidi giardini accessoriati e confortevoli, prospettiva molto allettante, certo, ma che configura e prospetta l’eutanasia del senso di collettività.