La sua pubblicazione vuole essere un nostro omaggio a quanti hanno sofferto la condizione bellica per tutti noi e non sono riusciti a fare ritorno.
Ciò che lo rende raro nella casistica dei racconti di guerra è la scelta dell’ottava rima come canone nar-rativo e lui stesso, nelle pagine introduttive, ci spiega il motivo della sua scelta: «Nel mio paese nativo Monteleone di Spoleto come pure in altri paesi circo-stanti c’era ancora molto in voga il canto dell’ottava rima tanto è vero che nelle celebrazioni matrimoniali si invitavano i poetastri a rallegrare tutto il parentato riunitosi nei sontuosi pranzi o banghetti. Non essendovi questa (chiamiamola così) gara poetica sarebbe mancato il meglio in queste circostanze. Così io molto appassionato di questo canto voli scrivere la mia vita militare».
Seppur ostica al primo impatto, soprattutto per chi non avvezzo a questo genere compositivo, la lettura saprà regalare una visione di quegli accadimenti storici che nessun testo storiografico è in grado di dare e sicuramente avvicinerà il lettore a tutti quei poveri ragazzi al fronte.”
Un ringraziamento particolare alla dr.ssa Chiara Cecchetti per l’interessante appendice di approfondimento sull’importanza e origini della rima in ottave e Stefano Vannozzi per l’approfondimento sulle cartoline del prestito di guerra, i cui originali sono stati donati all’Archivio della Memoria di Ruscio, nonche’ per le illustrazioni. Un particolare ringraziamento alla storica dell’arte Valentima Marino per aver curato l’edizione grafica (bellissima) del Volume.